Riporto qui una scheda sul documentario apparsa su Indymedia nei giorni del festival milanese (questa la locandina ufficiale del documentario), segnalandovi però che di Radio Praga e Radio Oggi in Italia ha parlato esattamente un anno fa la rubrica dei TGR Estovest in due puntate, la prima delle quali è presente in archivio RAI. Purtroppo non ho trovato la seconda, ma sul sito della trasmissione si trovano alcune indicazioni.
La guerra delle onde – storia di una radio che non c’era
autore: Claudia CiprianiSINOSSI
Quando nel 1968 i sovietici invasero la Cecoslovacchia, occuparono, tra le altre cose, la sede di Radio Praga, la radio pubblica ceca. I suoi giornalisti trovarono rifugio e poterono trasmettere dagli studi di una piccola radio italiana comunista, “Radio Oggi in Italia”. “Oggi in Italia” era nata a Praga nel 1950 e trasmetteva in italiano notizie di attualità che riguardavano l’Italia, tutte con un’impostazione anti-governativa. Dato il tono pesantemente polemico, l’emittente attirò presto l’attenzione del governo democristiano italiano, cui la vittoria nelle elezioni del ’48 aveva permesso di controllare gli apparati dello Stato, inclusa la RAI, che per legge era l’unico gestore radiofonico. “Oggi in Italia” fu contrastata in quanto radio illegale, “lesiva per gli interessi del Paese”, come testimoniano le interpellanze parlamentari dell’epoca. L’idea di un programma radiofonico alternativo alla Rai ebbe origine all’interno del Partito Comunista Italiano, cui era negato l’accesso ai canali radio statali. Fu per questo che Oggi in Italia non trasmise dall’Italia, ma da Praga, dove nell’immediato dopoguerra erano espatriati molti ex-partigiani comunisti. Erano alcuni di loro a curare le trasmissioni radiofoniche, che rientravano in un accordo di collaborazione tra PCI e KSC (partito comunista cecoslovacco). Superata la fase artigianale degli esordi, la radio si perfezionò, allacciò rapporti privilegiati con la redazione dell’Unità che istituì per Oggi in Italia una sorta di agenzia di stampa, si caratterizzò per la tempestività dell’informazione e per la costante polemica con la RAI. Fu il primo organo d’informazione a dare notizia dei fatti di Ungheria nel 1956, anticipò la radio di stato nell’informare dell’accordo tra Kennedy a Krusciov sui missili di Cuba e diede per prima l’annuncio che la “Legge truffa” del ’53 non era scattata. In pochi anni acquisì grande popolarità (riuscendo anche a superare i 4 milioni di ascoltatori), divenendo una seria antagonista al monopolio dell’informazione Rai, in un’epoca in cui in Italia era dominante il conflitto tra PCI e DC e nel mondo imperava la guerra fredda. Osteggiata per vent’anni dal governo democristiano italiano, cessò di trasmettere per volontà dell’Unione Sovietica dopo l’invasione di Praga nel ’68 per aver palesato posizioni pro-Dubcek.
Protagonista del filmato è Stella, storica speaker di Oggi in Italia, presso i cui studi lavorò dagli esordi alla chiusura. Per la prima volta dopo tanti anni, Stella decide di tornare a Praga per andare a visitare gli archivi della radio e rivedere la balia che accudì sua figlia. Un viaggio nella memoria della radio, dell’Italia degli anni ’50 e del proprio percorso di vita. Un viaggio fatto di emozioni e di ferite ancora aperte. La descrizione di questo viaggio è intercalata da varie testimonianze, tra cui quelle di Sandro Curzi, Carlo Ripa di Meana e Aroldo Tolomelli, per quasi vent’anni caporedattore della radio. I loro interventi rispondono a domande chiave: perché si dovette fare a Praga questa radio? Perché i redattori erano esuli? Perché il governo italiano si accanì per chiuderla? Perché invece fu chiusa dai sovietici? Domande e risposte svelano a poco a poco la storia, stimolando la curiosità e tratteggiando sempre più marcatamente il quadro di una radio scomoda e di una storia sfaccettata.I PROTAGONISTI
•Stella Amici: fu speaker della radio per tutta la sua durata. Nel 1963 quando sono decadute le accuse contro di lei è tornata in Italia per una breve vacanza. Ha deciso però di continuare a lavorare a Oggi in Italia fino alla sua chiusura a fianco del marito, redattore di Radio Oggi in Italia.
•Sandro Curzi: è firmatario dell’accordo che sancisce ufficialmente la nascita di Radio Oggi in Italia e si occupa della radio sia come giornalista dell’Unità (di cui fu caporedattore e direttore) sia come responsabile Stampa e Propaganda della Direzione del Pci. Nel 1975 viene assunto dalla Rai, dove diventerà direttore del telegiornale di Rai 3. E’ stato consigliere d’amministrazione della Rai.
•Aroldo Tolomelli: nel dopoguerra è un giovane dirigente del Pci. A seguito delle agitazioni avvenute dopo l’attentato a Togliatti, viene accusato di essere il mandante di un omicidio. Espatria a Praga dove è caporedattore di Radio Oggi in Italia dal ’51 al ‘66. Rifiuta l’amnistia dichiarandosi innocente e torna in Italia nel ’66 solo quando decadono le imputazioni contro di lui. È stato senatore del PCI.
•Carlo Ripa di Meana: nei primi anni ’50 è tra i giornalisti incaricati di fornire contenuti a Radio Oggi in Italia per conto dell’Unità. Dal 1953 al 1956 è a Praga per dirigere la rivista World Student News. Nel ’57 lascia il Pci in seguito ai fatti di Ungheria ed entra a far parte del Psi. Dal 1974 al 1978 è presidente della Biennale di Venezia. Viene eletto deputato del Partito Socialista e in seguito dei partito dei Verdi. Nel 2005 diventa presidente dell’associazione ambientalista Italia nostra.