Avevamo già pronto l’editoriale di questa settimana: sul FAST, la nuova frontiera della tv IP, che ricrea il modello della tv lineare commerciale, ma in chiave on demand. Ma è destino che si debba parlare nuovamente di indagini sull’ascolto radiofonico.
Del FAST, quindi (ri)parleremo magari già domani. Intanto, diamo conto di due nuovi fatti rilevanti che rollano il Tavolo Editori Radio s.r.l., la nave che trasporta l’indagine sull’ascolto radiofonico italiano, in mezzo alla tempesta.
Annus horribilis
Il 2023 sembra proprio l’annus horribilis del travagliato TER.
RAI vs TER
Prima le liti, più o meno a distanza, tra il CdA della s.r.l. Tavolo Editori Radio con Roberto Sergio, ex direttore di Radio RAI, nel frattempo promosso a.d.
Il bicchiere troppo profondo per il CdA e per le radio locali
Poi la disastrosa gestione della vicenda dell’autopromozione del 1° semestre 2023, nella quale il medesimo CdA sembra essere annegato nel bicchiere (insieme alla radiofonia locale, in gran parte annientata).
Il recesso di RAI
Indi il pasticcio dell’uscita dalla società Tavolo Editori Radio della RAI (o quantomeno la comunicazione irrevocabile di recesso dalla qualità di socia).
La (ennesima) bacchettata di Agcom
Infine l’ennesima bacchettata di Agcom nella relazione annuale 2023, che è tornata a censurare il metodo anacronistico di rilevazione (CATI, cioè interviste telefoniche) e il modello MOC (Media Owner Committee) del Tavolo Editori Radio s.r.l. in quanto società partecipata solo dai rilevati stessi, anziché Joint Industry Committee, cioè popolata da tutti i attori del mercato di riferimento.
La nuova indagine
Come se non bastasse, oggi è uscita la notizia della partenza di un’indagine parallela, ma con metodologie moderne di RAI, che starebbe cercando di cooptare nel progetto altri editori nazionali.
Forse
Notizia smentita da fonti autorevoli RAI interpellate da NL, ma non incredibile. Forse solo in anticipo rispetto all’evoluzione della questione.
Credibilità danneggiata immeritatamente
Sviluppo che non mancherà, perché mentre gli editori radiofonici nazionali si sono chiusi nella loro torre d’avorio con imbarazzanti (ed imbarazzati) no comment (anzi, qualcuno nemmeno quello) su ciò che sta accadendo, il mercato sta recependo segnali estremamente negativi che pregiudicano la credibilità di un mezzo che non lo merita.
Autorevole, ma magro
La Radio è un medium la cui autorevolezza non si discute. Ma la radio italiana (nel suo complesso) sta facendo veramente una magra figura in questa vicenda.
Lotte, status quo e rendite di posizione
Ed a pesare, come detto, non sono tanto le lotte intestine al TER, i sempre meno plausibili tentativi di difendere lo status quo e le rendite di posizione.
Muta-forma
Sono proprio i silenzi di chi, viceversa, dovrebbe urlare a squarciagola che, sì, così non va e si cercherà di fare di tutto per ridare al mezzo la dignità che merita.
Portante muta
Invece, portante muta.