Non è andato giù al Garante per la privacy l’articolo uscito sul numero di “ItaliaOggi” dello scorso 12 settembre, a firma della giornalista Claudia Morelli. Nell’articolo-invettiva la giornalista criticava duramente alcuni importanti aspetti del lavoro dell’Autorità, dal provvedimento salva-Sircana al caso dell’Imam ripreso con una telecamera nascosta da due giornalisti di Sky Tg24. Secondo lei, infatti, le decisioni del Garante sarebbero prese con il principio dei “due pesi e due misure”: in particolare, con riferimento al caso-Sircana, la giornalista critica la differenza di trattamento tra il portavoce del Governo e gli altri personaggi coinvolti nelle indagini della Procura di Potenza, dal momento che il provvedimento parrebbe essere stato preso dopo che la maggior parte di loro era già stata “sputtanata”, al contrario di Sircana. L’articolo, per il quale la redazione di “ItaliaOggi” dichiara d’aver letto tutti i ricorsi presentati al Garante nell’arco del 2007, si intitola, appunto, “C’è privacy solo per Sircana e l’Imam”: questo attacca i metodi, a loro avviso non proprio imparziali, utilizzati dall’Autorità per soppesare i differenti casi analizzati. Muove forti critiche anche nei confronti del trattamento “di favore” riservato all’Imam ripreso con telecamere nascoste da due giornalisti di Sky Tg24, sulle cui immagini il Garante ha imposto il riserbo, dato il mancato rispetto della sua privacy: l’Imam non sapeva d’essere ripreso.
L’Ufficio stampa dell’Autorità Garante, a questo punto, ha inviato una lettera aperta alla redazione del quotidiano economico, criticando le accuse mosse dall’autrice dell’articolo e, soprattutto, contestandone i numeri diffusi circa ricorsi presentati e decisioni prese dal Garante durante l’anno in corso. Secondo la Morelli, infatti, sarebbero stati presentati quest’anno 315 ricorsi all’Autorità Garante, per lo stesso Garante sarebbero 203. Altri numeri: sarebbero 13 le decisioni a favore del ricorrente, 31 secondo la lettera aperta. L’ultima dura critica mossa nei confronti dell’articolo di Claudia Morelli riguarda “la solita storia del Garante a favore dei vip”: “forse la Morelli avrebbe potuto citare anche i casi di personaggi noti cui è stato dato torto (ce ne sono almeno sette da gennaio a oggi), e i tantissimi casi di persone anonime che hanno visto tutelare i propri diritti, le quali però, ovviamente, non fanno notizia”. La lettera è stata pubblicata sul numero odierno d’“ItaliaOggi” con, al seguito, la pronta risposta del direttore, Franco Bechis: una strenua difesa della Morelli e dei numeri diffusi nel suo articolo. Secondo Bechis, infatti, fatto salvo le critiche puramente deontologiche all’operato dell’Autorità, “se le cifre differiscono è perché probabilmente sono stati conteggiati come ricorsi separati diverse fasi degli stessi”. Una parziale ammissione di colpevolezza che, però, non mitiga la polemica tra le parti. (Giuseppe Colucci per NL)