Poca musica italiana sui network nazionali

Gli artisti di casa nostra snobbati dalle emittenti: nella top 40 dei più “passati” in radio ci sono solo 6 italiani


Una classifica dei quaranta artisti internazionali più “passati” sui dieci maggiori network nazionali, mostra un dato piuttosto preoccupante: gli italiani paiono sempre più snobbati dalle radio. La classifica è stata stilata da Knowmark, per la rivista “Musica e dischi”, ed ha scatenato un vespaio di polemiche. Secondo questa classifica il pezzo più trasmesso nella settimana tra il 2 e l’8 giugno sarebbe “Ordinary Day” di Dolores O’Riordan, ex voce dei Cranberries. Al secondo posto ecco il primo artista italiano: si tratta di Irene Grandi (foto), con “Brucia la città”. A seguire, quinto posto dei “Negramaro” con “Parlami d’amore” e settimo di Vasco con “La compagnia” a parte, la musica italiana trova pochissimo spazio nei palinsesti musicali delle radio: dal settimo al quarantesimo posto sono solo in quattro i nostri connazionali. Molte polemiche su questo disinnamoramento per la musica italiana da parte dei network, con Giordano Sangiorgi, presidente di AudioCoop a suonare la carica: “Così si perde l’identità di chi fa il musicista” ed annuncia uno sciopero contro i grandi network, chiedendo agli ascoltatori di non sintonizzarsi sulle loro frequenze per tutta la giornata di giovedì 21 giugno. Da par loro, le radio non sono d’accordo con questo attacco: la deejay e nuovo direttore artistico di Rds, Anna Pettinelli, sottolinea come sia il pubblico a dettare le playlist dell’emittente e che se la musica italiana non va all’estero e pare non andare più nemmeno in Italia, la colpa non è delle radio ma dei musicisti. D’accordo con lei anche Linus, storica voce di Deejay: “Non è una grande stagione per la musica italiana, mancano gli artisti di livello medio-alto. Noi che siamo stati sempre esterofili, in questo periodo abbiamo una discreta quantità di connazionali, però ci siamo orientati su esponenti più moderni, come Club Dogo e Aeroplani italiani”. Voce fuori dal coro, invece, quella di Lorenzo Suraci, presidente di Rtl: “Nei nostri nuovi ingressi c’è un equilibrio al 50% e in questo momento mi sembra che la nostra musica stia meglio che in tanti altri periodi: Zero Assoluto, Pausini, Ferro, Zucchero, Antonacci e tanti altri sono fra i nostri preferiti”. Questione di gusti. Ma il campanilismo mostrato dai fomentatori della polemica pare, francamente, eccessivo. (Giuseppe Colucci per NL)

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