Ci scrive l’associazione di consumatori ADUC: "Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in un messaggio inviato ad un convegno sull’editoria e i giovani in corso a Siena, ha manifestato il suo entusiasmo per l’iniziativa asserendo che ".. il Paese cresce se con esso crescono la cultura, l’innovazione, l’informazione e quindi la liberta’". Giusto! Siamo d’accordo con il capo del Governo. E ci sentiamo stimolati a dare alcuni consigli. Come soggetto della societa’ civile esterno alle varie prebende dello Stato e impegnato in un servizio che con l’informazione intende sviluppare la consapevolezza dei singoli nel loro rapporto con lo Stato e l’economia. Potremmo scrivere fiumi di consigli, ma avremo altre occasioni, piu’ specifiche, per manifestarli. Per cultura e innovazione ci limitiamo ad evocare il metodo delle privatizzazioni e liberalizzazioni con la partecipazione dello Stato solo come controllore di regole che impongano la propria estraneita’ a qualunque business. Per l’informazione, invece, siamo piu’ specifici, indicando alcuni punti fermi che, a nostro avviso, farebbero crescere la stessa rendendo -come dice Silvio Berlusconi- il Paese piu’ libero. Il nostro concetto e la nostra pratica di crescita e’ solo in termini quantitativi (sulla qualita’ ognuno decide e giudica per se’), quantita’ che per manife starsi abbisogna di assenza di monopoli e oligopoli e di leggi che limitino le specifiche attivita’ professionali. Ecco cinque consigli/base, per partire: – Rai. Abolizione dell’imposta/canone. Privatizzazione con bando di gara per soli soggetti esterni al 100% allo Stato. Contratto di servizio per l’informazione istituzionale – Emittenti private. Divieto di possesso al medesimo proprietario per piu’ di una rete nazionale e piu’ di un rete locale/regionale – Abolizione dei finanziamenti agli organi di partito – Abolizione dei contributi all’editoria – Abolizione dell’ordine dei giornalisti. Ovviamente ci sarebbero tanti altri punti. Ma se solo questi fossero presi in considerazione, anche solo per sviluppare un confronto istituzionale e non che non si basi sull’abituale insulto, arroganza e prepotenza, sarebbe un punto di partenza. Per far crescere l’informazione crediamo occorrano opportunita’ e i nostri consigli possono servire in questo senso. Vincenzo Donvito, presidente Aduc"