Con delibera n. 243/10/CSP, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha reso noti i criteri utilizzati nell’attività di vigilanza e valutazione del rispetto del pluralismo politico ed istituzionale nei telegiornali nazionali.
Il provvedimento dell’Agcom, on line dal 3 dicembre, distingue tra periodi non elettorali o referendari e periodi interessati da campagne elettorali o referendarie, definendo per entrambi, “ai fini della massima conoscenza e trasparenza”, le modalità e la frequenza del monitoraggio dei tg diffusi in ambito nazionale, nonché i criteri di valutazione adottati. E’ previsto, in generale, che il monitoraggio viene effettuato sulle edizioni dei telegiornali trasmesse nell’interno arco di ciascuna giornata di programmazione e che i dati delle rilevazioni sono pubblicati sul sito internet dell’Autorità, insieme alla metodologia utilizzata. Con particolare riguardo ai periodi non elettorali o non referendari, i risultati del monitoraggio vengono pubblicati mensilmente (“di norma il giorno 12 di ciascun mese successivo a quello oggetto della rilevazione”), mentre per i periodi in cui si svolgono campagne elettorali o referendarie si distinguono due fasi, prevedendosi prima una cadenza quindicinale di pubblicazione (nel periodo che intercorre tra la data di convocazione dei comizi elettorali e la data di presentazione delle candidature), e dopo una cadenza settimanale (nel periodo che intercorre tra la data di presentazione delle candidature e la data di chiusura della campagna elettorale). In relazione ai criteri di valutazione adottati, nei periodi in cui si svolgono competizioni elettorali o referendarie l’analisi del rispetto del pluralismo politico e istituzionale dei tg avviene secondo le regole definite dalla Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi e dall’Autorità. Quanto invece ai periodi non elettorali o referendari, la valutazione viene effettuata d’ufficio dall’Agcom su ciascun tg nazionale, sulla base di dati di monitoraggio trimestrali, ed applicando i parametri costituiti dal tempo di notizia, parola e antenna (come chiarito dall’Agcom in una nota “Il tempo di notizia indica il tempo dedicato dal giornalista all’illustrazione di un argomento/evento in relazione ad un soggetto politico/istituzionale. Il tempo di parola indica il tempo in cui il soggetto politico/istituzionale parla direttamente in voce. Il tempo di antenna indica il tempo complessivamente dedicato al soggetto politico/istituzionale ed è dato dalla somma del tempo di notizia e del tempo di parola”). Con la delibera cambia però l’importanza attribuita, sino ad ora, al tempo di parola, che diventa prevalente sugli altri parametri, in quanto ritenuto “l’indicatore più sintomatico del grado di pluralismo” (prima si considerava prevalente, invece, il tempo di antenna). In tali periodi (non elettorali o non referendari), la valutazione avviene poi nel rispetto del principio della parità di trattamento, che, come chiarito nelle premesse della delibera, “(…) va inteso propriamente, secondo il consolidato orientamento dell’Autorità, nel senso che situazioni analoghe debbano essere trattate in maniera analoga, al fine di assicurare in tali programmi (nei tg, ndr) l’equa rappresentazione di tutte le opinioni politiche ed il corretto svolgimento del confronto politico su cui si fonda il sistema democratico”. (D.A. per NL)