Venerdì 3 e sabato 4 settembre a Bologna si è svolto il comitato direttivo della Femi, la federazione delle micro web tv italiane, che coinvolge tutti i micro canali online creati da cittadini videomaker per passione.
I punti salienti del concesso sono stati "la ricerca di modelli di business sostenibili, la stesura di un codice di autoregolamentazione inteso come una carta dei diritti e dei doveri dei canali, la creazione di una piattaforma internazionale multilingua per monitorare il mercato delle web tv nel bacino del Mediterraneo e nell’Europa continentale, la creazione di una piattaforma per dare forza ai canali mantenendo le singole specificiità. E poi – su tutto – il monitoraggio del fenomeno e il presidio sugli aspetti legali, con l’attenzione verso quel Decreto Romani che potrebbe costare la vita a tanti micro-canali", ha fatto sapere Giampaolo Colletti, presidente della Femi. Centrale "la richiesta di confronto: verso la Pubblica Amministrazione, le piccole e medie imprese e il panorama dei media. C’è un polo informativo che dalla rete sta bussando alle porte dell’opinione pubblica e di diversi altri stakeholder. Per mostrare un’altra Italia cresciuta all’ombra del web 2.0".