Resta inchiodato al suo posto, Claudio Petruccioli (foto), in attesa che la Commissione scelga quello che sarà il suo sostituto, “a condizione ovviamente che quel nome ottenga – come la legge prescrive – il voto dei due terzi dei componenti della vigilanza, cioè 27 su 40”. Questo nome dovrebbe venir fuori da consultazioni congiunte dell’azionista di maggioranza della Rai, ossia lo Stato, ed, appunto, la Commissione di vigilanza. “Io non posso e non devo far nulla che “consenta” o “non consenta” scelte che competono all’azionista e alla Commissione di vigilanza”, sottolinea, infatti, il senatore del Pd. Di una cosa è certo, però, che la scelta non dipende dal suo operato, bensì dalle difficoltà interne al CdA, specie dopo la destituzione, da parte di Prodi, del consigliere Angelo Maria Petroni, scelto dalla Casa delle Libertà. L’invito a dimettersi, dice, “non è motivato con miei comportamenti censurabili o con una mia incapacità a svolgere l’incarico che ricopro da oltre due anni e che scadrà con il mese di luglio del prossimo anno. A formularlo si è giunti a seguito della decisione dell’azionista di sostituire il consigliere che la legge assegna alla sua competenza, revocando il Prof. Angelo Maria Petroni e nominando il Dott. Fabiano Fabiani. Dato questo cambiamento, c’è chi pensa che sia necessario un “riequilibrio” nella composizione del Cda della Rai e ritiene che, a questo fine, si debba nominare un nuovo Presidente”. Motivazioni strettamente politiche, quindi, come d’altronde ieri aveva spiegato senza nascondersi il Presidente della Commissione, Landolfi.
Il voto di sfiducia espresso dalla Vigilanza, comunque, non è in alcun modo vincolante, non ha alcuna rilevanza giuridica, ma certamente ha un forte peso politico. Specie in considerazione del fatto che, oltre ai “franchi tiratori” dell’opposizione, anche parte della maggioranza si è schierata in favore della sua dimissione. Toccherà ora al governo prendere una decisione sulla questione, e specialmente trovare un nome che vada bene ad entrambi gli schieramenti. E non sarà facile, specie in questo periodo così tribolato. (Giuseppe Colucci per NL)