Non si terrà, in Viale Mazzini, il Consiglio d’Amministrazione previsto per domani. A deciderlo è stato il Presidente dell’azienda, Claudio Petruccioli (foto), a seguito di una conversazione chiarificatrice con il Ministro dell’Economia, Tommaso Padoa-Schioppa. La questione è intricatissima, per cui è preferibile rimandare, anche di una sola settimana, un CdA che si preannunciava dai toni apocalittici.
Il Ministero dell’Economia ha presentato ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del TAR del Lazio, dello scorso 15 novembre, che aveva disposto il reintegro del consigliere Angelo Maria Petroni (cfr. notizia), in luogo di Fabiano Fabiani, nominato al suo posto dal ministro Padoa-Schioppa. Ora, allo stato attuale dei fatti, il CdA di domani avrebbe previsto la convocazione di Petroni, ad oltre due mesi dal suo allontanamento. La notifica formale da parte del TAR, però, non è ancora giunta, né in Rai, né al dicastero di Padoa-Schioppa. Tuttavia, il ministro ha scelto la strada del ricorso al Consiglio di Stato, chiedendo una sospensiva immediata della decisione del TAR. Se il ricorso fosse accolto, Petruccioli dovrebbe convocare, per il CdA, Fabiani e non Petroni. Il consigliere scelto dal ministro dell’Economia, però, ha dichiarato laconicamente che prima della sentenza definitiva del Consiglio di Stato non tornerà a sedere in Consiglio d’Amministrazione. Cosa fare, a questo punto? La decisione l’ha presa Petruccioli: rinvio della riunione, con buona pace d’entrambe le parti in causa.
Inutile sottolineare come la decisione abbia scatenato il solito vespaio di polemiche politiche, con Landolfi, presidente della Vigilanza, che ha violentemente attaccato il titolare del dicastero, definendo “illegittima” la sua richiesta di rinviare la convocazione. Padoa-Schioppa, da par suo, ha fatto sapere nel pomeriggio che la scelta del rinvio non è stata presa su suo suggerimento, ma per una precisa volontà di Petruccioli. Cosa che, come si prevedeva, non ha contribuito a bloccare sul nascere la consueta girandola di commenti da parte di maggioranza e opposizione. Commenti che, come sempre utili soltanto a infarcire le pagine dei giornali, ci guardiamo bene dal riportare nello specifico. (Giuseppe Colucci per NL)