Tra le cause della crisi economica che attanaglia l’Europa rientrano i difetti strutturali del sistema finanziario della UE, evidenti soprattutto nei grandi gruppi bancari.
Lo sviluppo anomalo del sistema finanziario ha provocato gravi danni all’economia produttiva. Da un lato i crediti che le banche concedono vengono utilizzati soprattutto per attività speculative, anziché per investimenti in capitale fisso, infrastrutture, ricerca, sviluppo di nuovi settori d’attività; dall’altro, la finanziarizzazione delle imprese industriali e dei servizi ha distorto i loro criteri di gestione e le ha indotte a spingere sempre più in basso le condizioni di lavoro e i salari. Una profonda riforma del sistema finanziario è pertanto necessaria quanto urgente. Senza di essa una crisi ancora più grave di quella in corso ormai da otto anni potrebbe abbattersi quanto prima sulla UE. Sappiamo che progetti di riforma del sistema finanziario sono in discussione presso la Commissione e alcuni Parlamenti europei. Si tratta però di progetti molto lontani da ciò che sarebbe necessario per riportare la finanza al suo essenziale ruolo di servizio nei confronti dell’economia produttiva. Ed è sin troppo evidente come essi siano stati redatti in accordo con le grandi banche e le loro lobbies. I difetti strutturali del sistema finanziario UE si possono così riassumere, facendoli seguire da alcune indicazioni su possibili linee di riforma: 1) Nella Ue vi sono numerosi gruppi bancari che non solo sono troppo grandi per essere lasciati fallire, ma sono diventati talmente grandi da rendere impossibile salvarli nel caso fossero a rischio fallimento. Il loro bilancio in termini di attivi si avvicina e in vari casi supera il Pil del paese in cui hanno sede. Appare pertanto indispensabile scomporle in entità di minori dimensioni. Varie strade non esclusive sono praticabili, dalla separazione tra banche di deposito e banche di investimento, all’apposizione di un limite al volume di attivi che un istituto può detenere. 2) I maggiori gruppi bancari sono troppo complessi sul piano internazionale per poter essere assoggettati a una qualsiasi forma di efficace regolazione. Ciascuno è formato da migliaia di società sussidiarie giuridicamente indipendenti distribuite in tutto il mondo. Dopo il fallimento della Lehman Brothers nel settembre 2008 ci sono voluti anni di lavoro da parte di migliaia di analisti per capire quali e quanti fossero, e dove stavano, gli attivi e i passivi delle 2.500 società che formavano il gruppo. Il numero delle sussidiarie di ciascun gruppo dovrebbe pertanto essere drasticamente ridotto. 3) Per diversi motivi le grandi banche Ue hanno favorito lo sviluppo e intrattengono stretti rapporti con un gigantesco sistema bancario e finanziario ombra – formato da enti che non sono banche ma operano come banche – il quale secondo stime recenti del Financial Stability Board detiene attivi dell’ordine di 23 trilioni di euro, una somma pressoché pari al totale degli attivi di tutte le banche europee. Pure le dimensioni del sistema bancario ombra dovrebbero essere fortemente ridotte, e quanto ne rimane assoggettato a una regolazione analoga a quella delle banche. 4) Le banche europee hanno emesso col tempo titoli derivati per centinaia di trilioni di euro, la maggior parte trattati al di fuori delle borse regolamentate. Oltre il 90 per cento di essi sono “nudi”, ossia non corrisponde ad alcuno scambio reale di merci o servizi. Giustamente sono stati definiti da molti esperti delle pure scommesse. Poiché a parte il loro valore nominale – quello indicato nel relativo contratto – essi hanno un prezzo di mercato, la loro creazione e diffusione sono equivalse a immettere nell’economia immense quantità di denaro fittizio, che ha contribuito prima a creare e poi fare esplodere la bolla immobiliare e finanziaria del 2008, e poi a creare l’attuale bolla dei valori azionari. Pertanto l’emissione di derivati “nudi” dovrebbe essere vietata, e tutti i derivati dovrebbero essere scambiati su borse o piattaforme regolamentari. Tutto ciò considerato, i cittadini europei firmatari della presente petizione chiedono al Parlamento Europeo, unico ente elettivo dell’Unione in cui essi si riconoscono, di farsi carico di una proposta di legge che affronti finalmente e radicalmente le distorsioni del sistema finanziario della Ue sopra richiamate per sommi capi. E’ chiaro che nella discussione nel PE emergeranno vari altri aspetti critici del sistema finanziario che qui per brevità non si sono potuti inserire. La proposta di legge, una volta approvata dal Parlamento, dovrebbe essere trasmessa alla Commissione, al Consiglio Europeo e ai singoli stati membri affinché avviino le procedure di approvazione nelle relative sedi. Primi firmatari: Luciano Gallino, Elio Veltri, Antonio Caputo. (Change Org)