Peer-to-peer gratuito? Sembra assurdo solo pensarci, ma sta succedendo davvero. La notizia ha fatto scalpore in tutto il mondo, benché solo di primo acchito potesse sembrare una gloriosa vittoria degli internauti sul milionario (ma pur sempre “in crisi”) mercato della musica. Andando a fondo nella questione si scopre che il trucco c’è, ma non dovrebbe intaccare gli utenti. E nasce così Qtrax, un sito che permette di scaricare musica a costo zero, attraverso le più note e popolari tecnologie di file-sharing; una piattaforma che – nota ben più importante della precedente – condivide parte degli introiti pubblicitari con gli artisti che condividono le proprie canzoni. Ci sono voluti quasi dieci anni di discussioni, sentenze e piccole lotte informatiche, ma qualcosa si è mosso. E forse nessuno poteva meglio usufruire del crescente mercato dell’advertising online: sempre più professionisti spiegano come il futuro della pubblicità sia internet e gli stessi illustrano quanto sia difficile ottenere ottimi risultati con questo mezzo, proprio a causa della sua immensa potenzialità. Ancora non abbiamo certezze sul successo di Qtrax, ma basta e avanza per segnare una svolta e per aprire una nuova pagina dell’era digitale. Dalla mezzanotte scorsa si può scaricare musica gratis e legalmente in nove paesi (purtroppo non ancora in Italia) e con l’appoggio delle quattro grandi major del disco: Universal, Sony-Bmg, Warner ed Emi (quest’ultima, tra l’altro, aveva annunciato il licenziamento di massa di alcuni suoi dipendenti a causa dell’imminente crollo delle vendite di cd) aprono così le porte ad una nuova generazione di profitti, sui quali gli stessi artisti saranno obbligati ad interrogarsi per comprendere quali possano essere i reali vantaggi nei confronti delle tradizionali produzioni e promozioni. Qtrax, attualmente disponibile solo in versione beta, consiglia ai suoi utenti il browser Mozilla Firefox e spiega che non esiste ancora compatibilità con iPod, aspetto che però suggerisce un obbligatorio ampliamento futuro al mondo di Apple. Da Napster a Qtrax la strada è stata lunga, ma la soluzione sembra essere arrivata: che il destino della pubblicità online sia quello di fare miracoli? Staremo a vedere. (Marco Menoncello per NL)