Pedoweb, scattano perquisizioni e sequestri

In Italia si attiva la Polizia Postale, che ha coordinato le operazioni in molte regioni italiane. Sotto accusa gli utenti di un jukebox online che diffondeva pedoporno


da Punto Informatico

Roma – Tutto è partito un anno fa, quando gli inquirenti tedeschi e gli uomini dell’Interpol si sono imbattuti in una bacheca online, ospitata su server russi, che conteneva alcuni link ad un particolarissimo servizio su server residenti in Germania. Da lì era infatti possibile scaricare un client, un software col quale accedere ad un certo numero di immagini e filmati a contenuto pedopornografico. Ieri il blitz internazionale, che ha coinvolto anche numerosi italiani.

La Polizia Postale di Palermo ha infatti spiegato che ieri sono state condotte perquisizioni in molte regioni italiane, in particolare a carico di 43 “utenze Internet”, 7 delle quali riconducibili ad aziende ed una ad un ente pubblico. Quegli utenti, secondo gli inquirenti, sono stati inviati da terzi in rete sul sito russo, da lì hanno avuto accesso al server tedesco e al servizio di distribuzione di immagini illecite.

Proprio la particolare modalità di fruizione di questi contenuti, a detta dei magistrati, sembrerebbe escludere che la loro fruizione possa avvenire senza una specifica intenzione da parte dei soggetti indagati. “La ferma volontà nella commissione delle azioni delittuose da parte di soggetti coinvolti nella indagine – hanno spiegato ieri gli uomini della Questura di Palermo – si deduce anche dalla circostanza che gli stessi non si sarebbero potuti collegare al server tedesco per puro caso o per errore, in quanto questo server era il terminale di un preciso percorso che partiva da una bacheca virtuale russa e successivamente si ricollegava in Germania”.
A sostenere le indagini della Polizia Postale condotte fino ad oggi potrebbe intervenire, evidentemente, l’analisi dei materiali sequestrati, compresi personal computer, telefonini, macchine fotografiche, CD e via dicendo, tutti supporti che ieri sono stati individuati “in loco” dagli agenti.

Per ora le persone denunciate sono accusate di detenzione e diffusione via Internet di immagini a contenuto pedopornografico. Accuse che potrebbero cambiare proprio in seguito all’esame dei materiali sequestrati.

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