OLIMPIADI: RSF IRROMPE SU ONDE RADIO CINA, ”NON CI METTERETE A TACERE”
(ASCA-AFP) – Pechino, 8 ago – A poche ore dalla cerimonia inaugurale dei Giochi olimpici di Pechino 2008 il gruppo francese Reporters Sans Frontieres (RSF) si e’ intromesso per breve tempo sulle frequenze radio cinesi.
Il gruppo francese, che si batte per i diritti dei giornalisti di tutto il mondo, ha intercettato le onde radio a dodici ore esatte dall’inizio della cerimonia alle 8.08 di questa mattina (2.08, ora italiana) trasmettendo un discorso durato venti minuti.
”Qualsiasi misura voi prendiate, non sarete mai in grado di sopprimere il diritto di parlare liberamente”, ha detto una voce da Parigi, sede di RSF.
”La Cina e’ il Paese della censura e questo programma e’ il nostro modo per beffare le autorita’ cinesi, che tuttora tengono in prigione centinaia di giornalisti e utenti di internet”. Con queste parole ha esordito RSF nel comunicato.
”E’ il nostro modo per dire loro: qualunque cosa voi facciate, queste sono le voci delle persone che volete mettere a tacere e queste persone si stanno ora facendo sentire nel cuore di Pechino nel primo giorno delle Olimpiadi”.
Reporter Sans Frontieres ha poi precisato che si tratta della prima volta che una stazione radio non statale trasmette un programma in Cina da quando, nel 1949, il Partito Comunista e’ salito al potere.
red/cam/lv
da Agenda della Comunicazione.it
«Qualunque misura voi prendiate non arriverete all’obiettivo di fermare la libertà di parola». Queste le parole risuonate, prima in inglese, poi in francese e infine in cinese nell’etere dell’Impero Celeste, violato dall’organizzazione per la libertà di stampa Reporters Sans Frontières, che si è impadronita abusivamente di una frequenza Fm e ha diffuso il proprio messaggio in tutta la Cina, a poche ore dalla Cerimonia di apertura dei Giochi.
Reporter sans frontieres, blitz radio in difesa della libertà
PECHINO (8 agosto) – L’organizzazione Reporter sans frontieres (RSF) si è inserita questa mattina in una frequenza radio FM di Pechino per chiedere ancora una volta la libertà di espressione in Cina, a poche ore dalla cerimonia di apertura dei Giochi. Una voce prima in francese, poi in inglese, infine in cinese si è rivolta direttamente alle autorità cinesi dicendo: «Qualunque misure voi prendiate non arriverete all’obiettivo della libertà di parola». Le emittenti radiofoniche sono controllate rigidamente dalle autorità cinesi. «Benevenuti alla radio senza frontiere a Pechino – ha detto una voce femminile in inglese – una stazione radio creata dall’organizzazione in difesa della stampa Reporter sans frontieres per informarvi sulla libertà di espressione in Cina».
Pechino 2008: clamoroso blitz radio di Reporter senza frontiere
Sono cominciate le Olimpiadi anche per gli attivisti per i diritti umani, impegnati a rovinare la festa al regime cinese. Oggi, giorno della cerimonia d’apertura dei giochi, Reporter senza frontiere è riuscita a superare le misure di sicurezza del regime e ad inserirsi sulle frequenze radio pechinesi per rilasciare un comunicato in inglese, francese e cinese sulla libertà di espressione in Cina.
Grande attesa per la cerimonia inaugurale nella quale il regime cinese pone fiducia e al tempo stesso paura, per possibili gesti clamorosi da parte di alcuni atleti.
La delegazione olimpica americana è quella che crea piu’ inquietudini. A differenza della maggioranza delle spedizioni olimpiche, per quella statunitense sono gli atleti, e non i dirigenti, a scegliere il loro portabandiere. Ed hanno scelto un esule del Darfur, il mezzofondista Lomond che solo da un anno ha ottenuto la cittadinanza americana.
Anche per l’efficiente apparato cinese, il controllo sulle attività indesiderate in occasione dei Giochi sembra incapace di prevenire e reprimere tutte le azioni. Sono riusciti ad arrestare il predicatore cristiano Patrick Mahoney che si era inginocchiato per pregare in piazza Tienanmen, hanno effettuato oltre 100 arresti nella regione dello Yunnan in occasione di una protesta contro l’inquinamento, ma sono stati beffati oltre che da Reporter senza frontiere, anche da quattro attivisti pro-Tibet che sono riusciti ad issare due mega-striscioni in centro a Pechino.