Pay Tv, UK. Antitrust Ue punta il dito contro Sky: no all’esclusiva territoriale

Giovedì 23 luglio la Commissione Europea ha presentato alcune accuse di violazione delle direttive antitrust contro la piattaforma britannica di Sky e sei grosse case cinematografiche statunitensi: Disney, NBCUniversal, Paramount Pictures, Sony, Twentieth Century Fox e Warner Bros.

Gli accordi tra Sky Uk e le major americane ledono le norme sulla concorrenza UK, prevedono un’esclusiva territoriale assoluta sui film”, impedendo sostanzialmente ai cittadini abbonati di scegliere di vedere la pay tv fuori dai loro confini territoriali. Un londinese, ad esempio, può fruire del suo abbonamento solo entro i confini nazionali, e non durante una vacanza di pochi giorni in un altro paese dell’Unione. Margrethe Vestager, politica danese e Commissario Europeo per la Competitività, ha sentenziato che “i consumatori europei vogliono poter guardare la tv a pagamento di loro scelta a prescindere da dove vivono. La nostra indagine mostra che non possono farlo oggi, anche perché – continua la Vestager – gli accordi di licenza tra le major e Sky Uk non permettono ai consumatori di accedere a Sky fuori dai confini, via satellite o online”. In sostanza, come riporta un articolo di ItaliaOggi di venerdì 24 luglio, le major cedono i diritti delle loro produzioni separatamente ai singoli stati (per potenziare al massimo i ricavi) e contemporaneamente i broadcaster sfruttano l’esclusiva territoriale con la pratica del geo-blocking, impedendo la vendita estera delle carte per il decoder satellitare. Per ora comunque la Commissione Europea ha presentato solamente uno statement of objections, ossia un passaggio preliminare alle accuse formali: significa che nei prossimi mesi Sky e le case cinematografiche potranno contestare le accuse, e discutere del problema con la stessa Commissione. La pratica contestata nel Regno Unito è comune alle più diffuse piattaforme satellitari che trasmettono contenuti a pagamento, e infatti Sky Uk non è l’unica ad essere finita sotto la lente dell’Antitrust: anche se non è stata aperta nessuna procedura formale infatti, sull’attenti si sono messe la francese Canal Plus, Sky Deutschland e la spagnola Dts e per finire Sky Italia. Intanto per quel che concerne il comparto italiano del colosso di Rupert Murdoch, gli abbonati potranno ancora fruire dei quattro canali della Digicast di Rcs, che rischiavano l’oscuramento: Caccia, Pesca, Dove Tv e Lei sono infatti stati rinnovati, anche se l’accordo con l’a.d. Andrea Zappia pare essere stato al ribasso, con percentuali sui ricavi addirittura dimezzate. Va sottolineato che il 2014 di Digicast, presieduta da Alessandro Bompieri, si è chiuso con ascolti e raccolta pubblicitaria in aumento: i ricavi sono cresciuti del 49,6% e gli ascolti del 4% per LEI e del 33% per DOVE, compensando il calo di Caccia e Pesca. Il margine operativo lordo dello scorso anno è stato pari a 8,7 mln sul 2013, grazie a minori costi operativi e del lavoro, mentre l’utile è stato di 2,1 mln rispetto a una perdita precedente di 9,4 mln. (V.R. per NL)

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