"Non so se nella pay-TV ci sia posto per due competitor". Con queste parole, Andrea Zappia, amministratore delegato di Sky Italia, ha riacceso i riflettori della polemica sullo scenario della televisione a pagamento nel nostro paese, dove, archiviato dolorosamente l´episodio di Dahlia TV, il mercato è ancora diviso tra il marchio di Murdoch e quello di Berlusconi, ovvero Mediaset Premium.
Un mercato che appare moderatamente in crisi: entrambi i concorrenti hanno dovuto infatti registrare un calo degli abbonati nell’ultimo trimestre; flessione più marcata in casa Sky, con il rientro sotto la soglia psicologica dei 5 milioni, il cui raggiungimento era stato festeggiato solo qualche mese fa. Mediaset in più è impegnata a recuperare le perdite registrate dal settore pay a fine 2011 (68,5 milioni), con prospettive incerte anche per l’anno in corso. In tempi recenti entrambe le emittenti hanno deciso di debuttare sul web con servizi di video on demand dedicati ai propri clienti, lanciati con grande dispendio di luoghi comuni sulle "nuove frontiere della televisione" e dichiarando un interesse probabilmente superiore alle reali intenzioni. Finora infatti le iniziative in rete assomigliano più a esperimenti volti a stabilire l´effettiva esistenza di una domanda sufficiente a sostenere gli investimenti, piuttosto che a seri tentativi di entrare in un nuovo mercato. La partita si gioca su altri terreni, assodato che, nonostante la crisi e gli scandali che hanno coinvolto NewsCorp nel Regno Unito, la multinazionale dello Squalo può sempre contare su risorse finanziarie inarrivabili per il Biscione nostrano. Risorse che hanno permesso a Sky di acquisire i diritti per gli anni a venire di Formula 1, MotoGP, Champions League, Olimpiadi e mondiali di calcio. Motivi sufficienti a supportare le affermazioni aggressive di Zappia che, con l’appetibilità di questa offerta nei confronti dello sport-dipendente pubblico italiano, ha buone speranze non solo di fare nuovi abbonati, ma anche di traghettare buona parte delle tessere Mediaset Premium in scadenza a giugno sulla propria piattaforma. Come fronteggiare una simile potenza di fuoco? Dalle parti di Cologno Monzese si devono essere convinti che, di fronte all’impari lotta, l’unica risposta possibile sia quella di cercare aiuto oltreconfine. E così hanno cominciato a circolare voci, non smentite, di interessamento da parte di colossi come Al Jazeera e RTL-Bertelsmann. Il nome della Tv araba, peraltro, circola anche nel controverso ambito dell´operazione di scorporo delle attività televisive di Telecom Italia. Grande movimento insomma nel mondo dei broadcaster del vecchio continente che, più che precipitarsi a presidiare il web, sembrano puntare a rafforzare il core business tramite opportune alleanze strategiche internazionali. Per fronteggiare la disaffezione degli utenti e contemporaneamente suddividere i costi crescenti dei diritti sui contenuti sportivi, unica risorsa che ancora consente alla televisione tradizionale di reggere l´assalto della rete. (E.D. per NL)