Nell’ultimo semestre scendono ricavi e risultato operativo, mentre è positiva la raccolta pubblicitaria. I dati sugli abbonati non registrano perdite nonostante la chiacchierata esclusiva Mediaset Premium per la Champions League.
La lotta intrapresa dai due operatori televisivi su più versanti, primo fra tutti quello sui diritti per l’esclusiva Champions League, di fatto sembra non giovare a nessuno. Mediaset Premium chiude il 2015 con una spesa complessiva di 2,55 miliardi di euro, 35 milioni in più rispetto alle previsioni. L’analisi pubblicata su ItaliaOggi, in tal senso, è una riflessione su quanto «a questi livelli di abbonati e di ricavi per abbonato, il gioco non valga la candela». Nervi tesi in attesa del 22 marzo, quando sarà pubblicato il bilancio 2015 del gruppo Mediaset. Nel frattempo, il reddito operativo di Sky Italia nel secondo trimestre del 2015 è di 34,7 milioni di euro, registrando un calo del 19% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; il discorso non cambia parlando dei ricavi, che scendono del 3% per attestarsi a quota 1,324 miliardi di euro. Il mercato italiano degli abbonamenti alla pay tv rimane comunque stabile e il tasso di disdetta degli abbonati a Sky (9,9% nel 2015, -0,1% rispetto al 2014) ne è una conferma. Il risparmio dovuto alla perdita dei diritti sulla Champions League ha però aiutato Andrea Zappia, amministratore delegato, nella sua politica di taglio dei costi operativi, scesi dell’11%. In positivo, invece, la raccolta pubblicitaria della concessionaria Sky Media che sale del 5,2%, per un fatturato complessivo di 111,2 milioni di euro; crescita sicuramente facilitata dall’acquisto dei diritti di raccolta di Mtv8 siglato a settembre. Nel trimestre ottobre-dicembre 2015 gli abbonati italiani a Sky sono aumentati di 12 mila unità, attestandosi a quota 4,7 milioni, a fronte di un incremento di 185 mila unità registrato dalla rivale Mediaset Premium nel semestre luglio-dicembre, che sfonda quota 2 milioni. (G.C. per NL)