Occhi puntati su Mediaset che nelle prossime settimane dovrà decidere cosa fare con la pay tv spagnola Canal+, dopo che nel pomeriggio di lunedì 2 giugno Telefonica e Prisa hanno siglato l’accordo per la cessione del 56% della tv a pagamento all’operatore tlc per 750 milioni.
Il gruppo di César Alierta ha siglato il tanto atteso accordo – di cui il nostro periodico aveva già trattato nelle scorse settimane – e potrà così integrare la pay tv nella propria strategia commerciale, avendo accesso non solo ai contenuti grazie ai quali attrarre un maggior numero di clienti, ma anche agli 1,6 mln di abbonati di Canal+ (Telefonica possiede già una piattaforma tv, Movistar tv, che raggiunge però solamente 670 mila abbonati). Telefonica ora ha nelle proprie mani il 78% del totale societario, mentre il restante 22% è di Mediaset España, che avrà circa 15 giorni per decidere se esercitare il proprio diritto di prelazione. Come riferito dall’agenzia Bloomberg, l’operatore tlc spagnolo sarebbe pronto a offrire ben 350 mln al Biscione per la sua quota, forse per evitare che la Spagna si trasformi in appetibile terra di conquista per i colossi stranieri, in particolar modo per la tv del Qatar, così come è avvenuto in Francia dove con la pay tv BeInSport, Al Jazeera è entrata nel business dei diritti sportivi creando turbamenti al competitor CanalPlus (ricordiamo ai lettori che Al Jazeera aveva offerto una somma cospicua a Prisa per Digital+, fonti parlavano di circa 1 miliardo di euro, prima che Telefonica si decidesse a fare la sua proposta). Certo è che la tv di Piersilvio Berlusconi ha già confermato e ribadito più volte l’interesse per l’asset spagnolo che sarebbe funzionale al progetto della New Co delle pay tv, per il quale sta già trattando con Al Jazeera e CanalPlus Francia, e al quale ha dato un colpo d’accelerata dopo che Rupert Murdoch ha annunciato l’intenzione di creare una Super-Sky europea. Intanto il Biscione procede sul terreno della competitività arricchendo l’offerta Infinity con il pacchetto Serie Tv Collection che comprende 20 nuove fiction Usa (tra cui Arrow, The Big Bang Theory, The Mentalist, Orange is the new black, in formato hd e in lingua originale, con o senza sottotitoli, disponibili alla cifra mensile di €9,99), puntando ad allargare il suo pubblico ai possessori della consolle Xbox, grazie all’accordo siglato con Microsoft. Come ha spiegato Chiara Tosato, responsabile del progetto Infinity, con questa partnership “Microsoft e Infinity si avvicinano sempre più all’obiettivo di poter far vivere l’entertainment attraverso qualsiasi dispositivo connesso alla rete internet”. Mediaset inoltre, in vista dell’estate, perfezionerà il servizio di streaming on demand, già disponibile su tutti i dispositivi connessi al web, proponendo pacchetti esclusivi, creati ad hoc per le piattaforme mobile (tablet, pc e smartphone). E che dire di Sky? A fronte di queste novità, certo non è restata con le mani in mano: al via ieri sera il nuovo programma di Sky Arte Hd Sette Meraviglie, la serie documentaristica ideata per raccontare in sette puntate la storia di altrettanti esclusivi e straordinari luoghi culturali italiani (in onda ogni giovedì alle 21.10). L’intento di mostrare al pubblico immagini inedite, incursioni in luoghi inaccessibili e frammenti storici pressoché sconosciuti, è stato accolto positivamente dal ministro per i beni e le attività culturali Dario Franceschini che ha così commentato: “Abbiamo davanti a noi una sfida collettiva per quanto riguarda la valorizzazione e la promozione del patrimonio italiano e ognuno deve fare la propria parte. La televisione gode di enormi potenzialità e quindi può svolgere un ruolo fondamentale. Ho criticato la tv quando ho detto che fa poco per la lettura; se invece ci sono programmi come questo che fanno conoscere la bellezza del nostro paese, aumentando la curiosità dei turisti di visitare le nostre meraviglie, è bene dire grazie”. Come ha spiegato il direttore di Sky Arte Roberto Pisoni, nei prossimi mesi l’obiettivo sarà quello di distribuire il programma anche all’estero, così che l’Italia grazie al suo patrimonio e alla sua cultura possa diventare un paese di spicco in ambito globale. E nel mercato, ancora poco sviluppato, dell’industria culturale italiana, la strategia vincente secondo l’amministratore delegato di Sky Italia Andrea Zappia, passerebbe “dall’incremento delle risorse necessarie per gli investimenti in nuove produzioni originali, affiancate da regole che meglio tutelino il settore delle pay tv”. Intanto nella continua competizione tra i broadcaster internazionali delle tv a pagamento, la partita si gioca principalmente, come più volte anticipato da questo periodico, sul terreno dei diritti sportivi; non a caso Mediaset nei mesi scorsi ha sborsato 700 milioni di euro per aggiudicarsi la Champions League 2015-2018 ed è in lotta per i diritti della serie A. Ieri alle ore 12 è scaduto il termine per la presentazione delle offerte alla Lega e, oltre a quelle scontate del Biscione e del gruppo di Rupert Murdoch, sono arrivate anche le buste di Fox ed Eurosport (quest’ultima da poco rilevata da Liberty di John Malone). Nel dettaglio Rti di Mediaset ha presentato proposte per i pacchetti A, B e D, ossia quelli comprendenti le partite di otto squadre sul satellite e sul DTT e i match delle restanti dodici squadre per tutte le piattaforme. Sky concorrerà sugli stessi pacchetti a cui verrà aggiunta anche l’opzione C, ovvero le riprese accessorie pre e post gara. Fox Internationals ha preso in contropiede gli avversari, dopo che nei giorni scorsi erano circolate voci di una sua scarsa partecipazione nelle trattative, così come Eurosport, ultimo partecipante, che ha prestato interesse solo per il pacchetto D – nessuno dei competitors ha puntato sul pacchetto Internet (E), anche se di fatto risulta scontato che coloro che vinceranno la gara, si aggiudicheranno anche i diritti per la trasmissione online -. Lo scenario è ora aperto: la partita si preannuncia più complessa del previsto, da un lato perché Sky e Mediaset si sfidano in campo aperto in modo sempre più aggressivo, dall’altro perché l’ingresso di John Malone rischia di scompaginare il mercato. Infatti se Eurosport si aggiudicasse il pacchetto esclusivo da 234 milioni di euro l’anno relativo alle partite delle altre 12 squadre di serie A, Sky non potrebbe più offrire tutto il calcio italiano per la prima volta dopo anni di dominio, ma avrebbe bisogno di un accordo commerciale con un altro operatore. La Lega Calcio, con l’advisor Infront, avrà a disposizione tre settimane per valutare le proposte e decidere a chi assegnare e come ripartire i diritti per la serie A. (V.R. per NL)