Davanti alla crisi causata dal Covid-19 anche il mondo delle pay tv statunitensi trema.
I dati del primo trimestre del 2020 hanno rilevato che i principali operatori hanno perso complessivamente circa 2 mln di abbonati.
Le cause e i numeri della crisi
Gli eventi sportivi – che per la maggior parte delle pay tv statunitensi rappresentano l’unico format in grado di competere nel mercato – sono stati annullati. I luoghi di aggregazione per la visione di questi eventi sono stati chiusi, con il conseguente e drastico annullamento di migliaia di account commerciali. Molte nuove offerte, imbattibili per qualità e quantità, sono state lanciate da parte di Netflix, Disney+, Prime video e dalle altre principali piattaforme di video streaming on demand.
Tutto ciò ha portato ad un risultato negativo mai registrato prima.
Nello specifico in questo trimestre At&t e la sua Direct tv hanno perso più di un milione di abbonati, Dish Network ha subito una riduzione di 413 mila utenti e Comcast è sceso di 409 mila sottoscritti, segnalando in un solo trimestre più della metà del proprio calo totale del 2019.
Un crollo già annunciato
La situazione delle pay tv statunitensi era critica già da alcuni anni. La condizione causata da questa emergenza sanitaria e tutto ciò che ne è conseguito sono stati solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Nell’arco di tre anni (secondo trimestre 2017 – primo trimestre 2020) Direct tv di At&t ha perso il 25% degli abbonati, Dish Network il 15%, Comcast quasi il 10% e Charter oltre il 5%.
E la tv tradizionale?
Anche la televisione tradizionale sta affrontando un momento di profonda crisi, come dimostra la situazione della Bbc. Tra novembre 2019 e marzo 2020 sono state 82 mila le famiglie nel Regno Unito ad annullare il proprio abbonamento – e di conseguenza il canone – alla Bbc. Con questa perdita gli abbonati del servizio nazionale sono scesi a quota 25,5 mln, la più bassa dall’anno 2014. (N.S. per NL)