Il termine “consumo collaborativo” descrive quel modello economico sotteso alla base di tradizionali concetti come il baratto (bartering), il commercio (trading), la condivisione (sharing), il prestito (lending), il noleggio (renting), la donazione (gifting), lo scambio (swapping) e la condivisione (sharing), reinventati e adattati ai tempi odierni attraverso le avanzate tecnologie di rete.
Lato sensu, anche l’organizzazione a delinquere orchestrata da un gruppo esteso a livello nazionale ben potrebbe rientrare in questa categoria, anche se il fine è tutt’altro che socialmente utile: la Guardia di Finanza di Trento ha smantellato un’altra associazione proficuamente dedita al cosiddetto sistema di “card sharing”, ossia la condivisione illecita, attraverso la rete, di servizi e contenuti televisivi di alcune tra le maggiori piattaforme televisive a pagamento. La maxi operazione ha consentito l’emissione di ben 92 provvedimenti di sequestro e perquisizione in Trentino Alto Adige, Veneto, Lazio, Abruzzo e Calabria. Le indagini che hanno permesso di individuare e smantellare l’associazione per delinquere, incessantemente dedita all’illecita vendita, installazione e modifica di apparati tesi alla funzione di decodifica di trasmissioni ad accesso condizionato ed alla frode informatica a livello nazionale (art. 171-octies della legge n. 633/1941 e art. 640-ter del codice penale), sono state condotte per quasi un anno dall’unità di ricerca informativa del Comando Provinciale di Trento, in sinergia con la Procura distrettuale della Repubblica di Trento. I nove componenti dell’associazione a delinquere (2 residenti in provincia di Trento, 5 a Roma, 1 a Viterbo ed 1 a L’Aquila), tutti rintracciati e puntualmente denunciati, offrivano l’accesso abusivo alla totalità dei pacchetti e programmi televisivi forniti a pagamento, in particolare Sky e Mediaset Premium, con un risparmio fino all’80% del listino ufficiale, e assistenza 24 non stop sia on-line sia a domicilio, nei casi in cui si rendeva necessario l’intervento diretto sull’apparecchio di ricezione abilmente modificato. Identificati e segnalati anche 83 clienti, anch’essi destinatari delle perquisizioni e, in quanto coinvolti (seppur passivamente) nei servizi illeciti, tutti penalmente perseguibili. Le indagini hanno consentito il sequestro di svariati decoder, apparati informatici e hard disk, utilizzati sia dagli associati sia dai clienti: ad Avezzano, la Guardia di Finanza ha provveduto al sequestro di una postazione informatica connessa alla rete che faceva da base operativa da cui venivano decodificati i segnali audiovisivi protetti e trasmessi in tempo reale via web alla vasta clientela, grazie ad apparecchi tecnologici di ultima generazione. Il servizio offerto dall’organizzazione, in piena distorsione del mercato del settore, procedeva, a seguito dell’erogazione di un canone mensile, a fornire alla propria clientela le keys digitali di accesso ai server (posizionati all’estero), necessarie per leggere in chiaro tutti i programmi televisivi a pacchetto e pay per view di alcune tra le maggiori società di settore, in particolare Mediaset Premium e Sky, attraverso apparati in gran parte forniti dalla stessa organizzazione (decoder client) già precedentemente modificati per consentire la ricezione delle trasmissioni Oip (Over internet protocolli). L’inevitabile danno al mercato di settore può essere stimato in circa 1 mln di euro, con conseguente danno per l’Erario derivante dal mancato introito della relativa tassazione fiscale. Il danno al mercato di settore può essere stimato in circa un milione di euro, con un conseguente pregiudizio per l’Erario derivante dal mancato introito della relativa tassazione fiscale. (S.F. per NL)