L’avversario di sempre, potrebbe improvvisamente trasformarsi nel più fidato tra gli alleati. D’altronde, come si sa, in guerra tutto è lecito e Rupert Murdoch e Silvio Berlusconi lo sanno bene.
Grandi manovre in corso per Andrea Zappia, ceo di Sky Italia: a spaventare il colosso che fa capo al magnate australiano, non solo l’avanzata di Vivendi in Telecom Italia (notizia di cui il nostro periodico si era occupato nei giorni scorsi), ma anche il temutissimo sbarco dell’uragano Netflix, che avverrà nel prossimo autunno. E il servizio di streaming online, sebbene sarà operativo solo dal mese di ottobre, ha già smosso le acque italiane e il settore non è rimasto fermo a guardare: piovono infatti offerte di pacchetti di contenuti se non simili, quantomeno concorrenziali a quelli del network americano. Proprio dell’argomento, come riporta un articolo di ItaliaOggi di lunedì 29 giugno, si è discusso in queste settimane analizzando rischi e opportunità di un’offerta così ampia attraverso il cosiddetto video on demand: tre le autorità italiane chiamate a vigilare sulla questione, sono state chiamate in causa AgCom, Antitrust e il Garante della privacy. Intanto i due principali broadcaster del panorama italiano, ossia Sky e Mediaset giocano d’anticipo, organizzando e pianificando nei dettagli, come riporta un articolo de Il Corriere della Sera di lunedì 29 giugno, la loro unione. È una manovra a 360° quella del ceo Zappia, che abbraccerà tv in chiaro, pay tv, internet, canali dedicati e contenuti: e conquistare posizione per Netflix sarà un’impresa durissima – considerando anche che il gigante sta soffrendo in Francia e Germania, paesi in cui lo sbarco non è andato come si sperava (200 mila sottoscrittori contro i 3 milioni della Gran Bretagna) -. Prestando poi attenzione al settore pubblicità nel mercato italiano, è il Biscione a fare la parte del leone, portando a casa oltre due miliardi di euro di investimenti, pari al 56,3% della torta televisiva italiana. E godendo anche Sky di una posizione di rilievo dell’11,1% del mercato pubblicitario televisivo, c’è da scommettere che l’alleanza con il Gruppo Mediaset potrebbe portare benefici anche su questo fronte. Altro punto focale al centro dei progetti e dei cambiamenti di Sky e anche del Biscione sarà lo sport (che darà battaglia alla tv di stato): come ricorderanno i nostri lettori infatti, la gara per l’acquisizione dei diritti calcistici si è conclusa con un sostanziale accordo di scambio tra i due big della tv. La pay tv di Murdoch il 2 luglio annuncerà i programmi per la prossima stagione: la trasmissione della domenica sera sarà curata a Fabio Caressa, classe ’67, giornalista, telecronista, conduttore, condirettore di Sky Sport con delega a Sky Sport 24. Mediaset dal canto suo risponderà sull’ammiraglia Canale 5, con una trasmissione domenicale e in seconda serata affidata a Pierluigi Pardo che ha ottenuto ottimi ascolti con "Tiki Taka". Le grandi manovre industriali della società del magnate Murdoch saranno affiancate da alcuni innesti manageriali, atti a dar man forte ai nuovi piani: scongiurata l’ipotesi di dipartita del vicepresidente Andrea Scrosati, che invece potrebbe assumere un ruolo di respiro europeo, per i progetti autunnali al board si aggiungerà Riccardo Pugnalin, che aveva lavorato per Sky fino al 2012, nella figura di vicepresidente esecutivo comunicazione e public affairs. (V.R. per NL)