Opinione pubblica e blogger della rete se lo domandano da circa una settimana: una star della musica vale più da morta o da viva? La domanda è cruda, ma forse ragionevole, soprattutto se si considera la panoramica dei fatti successivi alla scomparsa di Pavarotti; i relativi gossip, che la stampa è solita divulgare puntualmente, in questo caso riguardanti l’eredità e i destinatari del testamento del cantante lirico (sul sito di Adnkronos, arrivano indiscrezioni anche dal dietologo personale dell’artista, tanto per notare la cura dei dettagli); le raccolte di cd e gli inserti che stanno aumentando il peso ed il costo di quotidiani come Il Corriere della Sera e di periodici come l’Espresso. Inoltre, consultando gli articoli pubblicati tra agenzie e quotidiani, si possono scovare sorprendenti aneddoti, naturalmente serviti con dovuta minuzia di particolari, riguardanti in particolare le vicende che ruotano intorno ai presunti problemi coniugali tra Big Luciano e la consorte Nicoletta Mantovani. Senza inoltrarsi nelle vicende personali del grande lirico, tantomeno in quelle di natura patrimoniale, potrebbe essere giusto interrogarsi sul valore economico di tutto quel “flow” post-decesso che sta attualmente travolgendo l’editoria e la discografia, anche solo per esprimere un giudizio, favorevole o contrario, sulla commercializzazione di simili eventi mediatici. Non c’è dubbio che sia giusto ricordare il Maestro, la sua voce e le sue interpretazioni canore, soprattutto nella storia musicale italiana, ma è forse altrettanto prudente evitare aste online, di migliaia di euro, per sfruttare il momento, irrispettosamente propizio, per il deplorevole smercio di souvenir e affini (in cima alla lista delle speculazioni record si trova un libretto funebre in vendita per 50 mila euro). Il cantante lirico, per gli affezionati “Big Luciano”, ha regalato al nostro paese indescrivibili capolavori, sicuramente già parte integrante, se non addirittura pilastri, della storia della musica e della tradizione italiana. La speranza è che anche in questo caso la musica vinca, lasciando “in sordina” quella serie di curiosità di cui la stampa sembra sempre essere affamata: apprendi l’arte e mettila da parte? In questo caso, al contrario di quanto succede per gossip e derivati, è meglio divulgarla. (Marco Menoncello per NL)