Lo chiamano giornalismo 3.0. Stampa, radio, televisione e internet non bastano più. Nemmeno insieme. La nuova frontiera del giornalismo è rappresentata da telefonini e palmari. Questa è la visione presentata dalla World Association of Newspaper, riunitasi a Goteberg per il settimo congresso mondiale dell’associazione. I giornalisti del futuro dovranno essere in grado di raccontare storie su tutti i media, avvalendosi delle potenzialità offerte dall’integrazione tra carta stampata, internet e telefonini. Grazie a standard come l’UMTS sarà infatti possibile far sì che news, video e immagini siano sempre disponibili. Chi ha fame di informazioni potrà essere costantemente saziato. Questo scenario non è poi tanto lontano: i quotidiani tradizionali registrano un calo di diffusione mentre si registrano enormi incrementi di contatti via internet e telefonino. Le media company già attrezzando per sfruttare al meglio le potenzialità di questo trend. Al momento però quel che si fa è soprattutto rendere disponibili su più media dei contenuti che di norma sono stati pensati per la carta stampata o la televisione. Il salto di qualità vero si farà quando si riusciranno a creare e veicolare i contenuti più adatti per ogni media. Gioco forza sarà anche il lavoro del giornalista a cambiare. I professionisti della notizia dovranno scendere dalla torre d’avorio in cui si sono negli ultimi anni rinchiusi e tornare sulle strade armati di un equipaggiamento high-tech: portatile, telefonino e videocamera. Quanti degli attuali operatori dell’informazione saranno pronti a questo bagno d’umiltà? (Davide Agazzi per NL)