Ha aperto i battenti ieri, con una sfilata di star hollywoodiane e la “prima” del film “Espiazione” (Atonement) di Joe Wright (con James McAvoy e una bellissima Keira Knightley), la 64esima edizione della Mostra internazionale d’Arte cinematografica di Venezia. Madrina discussa ma acclamata l’emozionatissima Ambra Angiolini (foto), che recentemente ha intrapreso anche la carriera d’attrice con una discreta interpretazione nell’ultimo film di Ferzan Ozpetek, “Saturno contro”. L’edizione di quest’anno del festival parte con una sfilza di nomi celebri, di grandi ritorni e, soprattutto, in un clima molto più disteso rispetto a quello dello scorso anno, caratterizzato dall’accesa diatriba contro la neonata Mostra del cinema di Roma, fortemente voluta da Walter Veltroni. Innanzi tutto, sarà insignito del prestigioso Leone d’oro alla carriera quello che probabilmente è il più grande regista italiano vivente, vale a dire Bernardo Bertolucci, che torna a Venezia, laddove aveva preso il via la sua brillante carriera nel 1962 con “La comare secca” (vi è tornato, poi, una sola volta con “The dreamers”). Il grande protagonista della rassegna sarà però, con ogni probabilità, Tim Burton, al quale sarà dedicato una sorta di Burton-day, al termine del quale anche il regista americano riceverà il riconoscimento alla carriera, spettato lo scorso anno a David Lynch. E poi, Brina De Palma, Ang Lee, George Clooney e Quentin Tarantino (recentemente al centro di una polemica per aver definito il cinema di casa nostra “deprimente”), non in veste di regista ma di padrino di una retrospettiva dedicata allo “spaghetti western” durante la quale il regista di “Pulp fiction” e “Kill Bill” analizzerà 32 titoli tra i più celebri del genere. Tra tante presenze confermate, però, una defezione illustre: si tratta di Scarlett Johansson, la musa di Woody Allen, rimasta bloccata negli States per sopraggiunti impegni di lavoro. Ci sarebbe piaciuto vederla sfilare sulla passerella rossa veneziana ma, dati i nomi illustri che presenzieranno in questi giorni, ce ne faremo una ragione. (Giuseppe Colucci per NL)