In tutto l’ecosistema della produzione audio (e ovviamente non solo) sta accadendo qualcosa di curioso: l’avvento della Intelligenza Artificiale sta spingendo…. la componente umana.
Un paradosso che, come vedremo tra poco, non è affatto una contraddizione, ma una conseguenza prevedibile (ed infatti prevista) del processo di trasformazione indotto alla IA.
Un passo indietro: nel sottoinsieme del mercato editoriale, ChatGPT e sistemi affini si sono dimostrati strumenti molto interessanti per la produzione di contenuti originali testuali ed audio (sul video ci si sta ancora lavorando).
Reazione
La (prevedibile) reazione umana di fronte al nuovo scenario da parte degli addetti è stata generalmente negativa (come nel caso dei doppiatori, una categoria ritenutasi più aggredita dalla prospettiva di un utilizzo evoluto e massivo della sintesi vocale).
Trasformazioni
Comprensibile perché qualsiasi importante trasformazione spaventa gli esseri umani, perché reca incertezza, a prescindere.
Perdita di posti di lavoro. Sicuri?
In questo caso, naturalmente, il primo pensiero è andato alla (possibile) perdita di posti di lavoro, a nulla rilevando la considerazione che nuove figure professionali si sarebbero affacciate alla porta della IA, come i trainer, gli elaboratori, i revisori, gli addetti alla gestione dei contenuti prodotti, ecc.
Cobot
Ed è proprio questo il punto: l’impressionante capacità produttiva della IA è fine a sé stessa senza il supporto umano. Nel dettaglio, attraverso specialisti di machine learning (dove includiamo anche trainer e revisori), della robotica collaborativa (i cobot, la IA di ausilio all’uomo, come nel caso esplicitato in una recente intervista su NL dal direttore delle reti Uno e Tre della RSI per la preparazione dei testi per i conduttori), della qualità dei dati e, ovviamente, programmatori e progettisti di software.
22HBG: la IA porta lavoro agli umani
I recenti resoconti di 22HBG, la tech farm che ha realizzato Peperoni AI, la prima IA italiana applicata (tra l’altro) al mondo Audio, vanno proprio in questa direzione. E qui si manifesta il paradosso (apparente) anticipato in apertura: la mole di lavoro riversata dall’IA sugli umani (in forma bilanciata rispetto al lavoro trasferito dagli umani alla IA, secondo paradosso) sta seguendo esattamente la proiezione dell’impatto economico dell’Intelligenza Artificiale.
Aumento PIL mondiale indotto da IA del 7% annuo
Un impatto valutato in 7 trilioni di dollari sull’economia mondiale da qui ai prossimi 10 anni, che porterà a un aumento del Pil globale annuo del 7%.
Creatività in crescita
Un esempio concreto? Si sta registrando un’intensificazione di deposito di opere musicali, del cinema, radiotelevisive, teatrali e ovviamente letterarie, in quanto la fase successiva, quella produttiva, potrà essere affidata alla IA.
Produzione mastodontica
Prendiamo il caso delle sitcom: un’IA cui è stato fornito un preciso storyboard (e farlo non è intervento umano banale perché presuppone ampia conoscenza della materia e somministrazione di elementi di contesto, caratteriali e ambientali) può scrivere migliaia di interventi al giorno.
Back office
Ma questi interventi necessitano successivamente di analisi e revisione, di attività di post-produzione e, infine, di organizzazione e distribuzione.
Riflessione a freddo sulla Rivoluzione Industriale
In definitiva, con una riflessione a freddo, quella che stiamo vivendo altro non è che una ulteriore evoluzione della quarta fase della rivoluzione industriale.
Evoluzione naturale della 4^ fase della RI
La prima era quella della meccanizzazione (industria 1.0), seguita dall’industrializzazione (industria 2.0), dall’automatizzazione (industria 3.0), dalla cibernetizzazione (industria 4.0). Cioè l’attuale, della IA.