I talk show Rai sono salvi. Nessuna sospensione per i programmi di approfondimento come aveva temuto l’opposizione nelle ultime settimane.
Oggi, infatti il testo del regolamento sulla par condicio approvato quasi all’unanimità (si è sfilato solo il radicale Marco Beltrandi), contiene una riformulazione dell’articolo 8, quello sull’informazione politica, che salvaguarda l’autonomia editoriale dei talk. La mediazione fra maggioranza e opposizione è stata ‘cucita’ con attenzione dal presidente della Commissione, nonché relatore, Sergio Zavoli: in sostanza il Pdl ha accettato di ritirare tutti i propri emendamenti, in cambio di un’apertura da parte del relatore. Apertura contenuta nel nuovo articolo 8 che di fatto, ribadendo la necessità del rispetto dei criteri di imparzialità, pluralismo e completezza, preserva comunque i talk show dall’obbligo di dover ospitare tutti i numerosi candidati coinvolti nelle elezioni amministrative. Cosa che lo scorso anno aveva poi fatto decidere alla Rai di chiudere i talk show per l’impossibilità di applicare questa regola. ”I direttori responsabili dei programmi di approfondimento, nonché i loro conduttori e registi – recita l’art. 8 riformulato da Zavoli – curano, ferma restando l’autonomia editoriale e la salvaguardia della tipologia del format specifico, che l’organizzazione e lo svolgimento del programma, anche con riferimento ai contributi filmati, alla ricostruzione delle vicende narrate, alla composizione e al comportamento del pubblico in studio, risultino finalizzati ad assicurare il rispetto dei criteri di imparzialità, pluralismo e completezza". "Essi osservano comunque in maniera particolarmente rigorosa ogni cautela – sottolinea il testo – atta ad evitare che si determinino situazioni di vantaggio per determinate forze politiche o determinati competitori elettorali. A tal fine, qualora il format del programma preveda la presenza di ospiti, prestano anche la massima attenzione alla scelta degli esponenti politici invitati ed alle posizioni di contenuto politico espresse dai presenti, garantendo, nel corso dei dibattiti di chiara rilevanza politica, il contraddittorio in condizioni di effettiva parità di trattamento”. In sostanza sono i direttori di testata a dover assicurare che l’organizzazione e lo svolgimento dei talk show assicurino imparzialità, pluralismo e completezza, perche’ durante la campagna elettorale il direttore responsabile di questo genere di programmi di informazione non è il direttore di rete, come di consueto, ma il direttore di testata. Per quanto riguarda invece le nomine per il Tg1 e il Tg2, per ora non sono all’ordine del giorno del Cda di giovedì prossimo. A quanto si apprende, infatti, il direttore generale Mauro Masi non porterà le nomine del direttore del Tg2, né dei vicedirettori del Tg della rete ammiraglia, come poteva essere ipotizzato. In sostanza resta ancora l’interim di Mario De Scalzi per il Tg2, come già deciso la settimana scorsa. All’ordine del giorno della riunione vi saranno invece i palinsesti estivi ed anche gli investimenti Rai Way per il digitale terrestre nel 2012. (Adnkronos)