Pansa: lascio L’Espresso e vado al Riformista

È lo stesso giornalista ad annunciarlo nel giorno del suo 73/o compleanno


Franco Abruzzo.it

Roma, 1 ottobre 2008. Giampaolo Pansa lascia l’Espresso e passa al Riformista. È lo stesso giornalista ad annunciarlo nel giorno del suo 73/o compleanno. «Mi sono dimesso stamattina – dice Pansa – dopo aver firmato un contratto importante per numero di articoli per il Riformista. Credo che mi divertirò». Pansa, nato a Casale Monferrato (Alessandria) il primo ottobre 1935, lascia il gruppo Espresso, dove era entrato nel 1977, dopo dopo 31 anni. «Non volevo invecchiare nel mio angolino dell’Espresso – dice Pansa – mi è piaciuta l’idea di partecipare ad una sfida nuova, quella di Antonio Polito e del suo editore. Sono un lettore della prima ora del Riformista, mi piace il suo carattere libertario e aperto. Credo di essere il giornalista in attività che ha cambiato più testate: dalla Stampa al Giorno al Corsera, Messaggero, Repubblica, Espresso e ora Riformista».

Nella sua lunga carriera, Pansa è stato anche condirettore dell’Espresso, testata con la quale ha poi continuato a collaborare curando il Bestiario, rubrica di politica e costume. Ha scritto numerosi romanzi e saggi di storia contemporanea: nel 2003, con Il sangue dei vinti – dal quale è tratto l’omonimo film di Michele Soavi che sarà presentato il 26 ottobre in anteprima alla Mostra internazionale del film di Roma – ha indagato nelle zone d’ombra della Resistenza, denunciando gli orrori della guerra civile e i crimini compiuti da ex partigiani dopo la Liberazione. Temi al centro di violente polemiche che poi il giornalista ha sviluppato anche in altre opere, come Sconosciuto 1945 (2005), La grande bugia (2006), I gendarmi della memoria (2007) e la più recente, I tre inverni della paura (2008), un affresco della borghesia agraria negli anni terribili tra il 1943 e il 1946 nel cuore dell’Emilia rossa, il triangolo tra Parma, Reggio Emilia e Modena. . Tra i titoli della ricca bibliografia di Pansa, anche Carte false, I nostri giorni proibiti, La bambina dalle mani sporche, storia di amore e politica ai tempi di Tangentopoli, diventato anche un film per la regia di Renzo Martinelli. (Ansa)

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