Negli anni ’70 e ’80 il nord era una meta imprescindibile per chi faceva o voleva fare televisione nel sud Italia.
A volte si univa l’utile al dilettevole familiare o turistico: visitando parenti o la Milano che allora era ancora tutta da bere, si coglieva l’occasione per sintonizzare i canali delle più importanti tv lombarde per conoscere anzitempo le tendenze che avrebbero contraddistinto l’etere italiano nel periodo susseguente. Perché, si sapeva, Milano stava al resto d’Italia come l’America al Belpaese. D’altra parte, non c’era internet e le tv erano solo diffuse via etere; ergo, per vederle, si doveva andare nella relativa area di diffusione, generando profonda perplessità nel personale degli alberghi che non si spiegava le reali ragioni che muovevano questi signori che giungevano dalla bassa Italia per rimanere poi chiusi nella stanza meneghina dopo essersi accertati che la medesima fosse dotata di un buon televisore collegato ad una antenna valida. A quarant’anni di distanza, non si sa se rallegrarsi del fatto che un tour al contrario restituisce un etere meridionale che mostra tv locali ben più attive sul piano dei contenuti delle svigorite tv sotto la Madonnina, i cui palinsesti si dividono nelle 24 ore tra promozione di vasche e docce per anziani, miracolosi rigeneratori di erba da giardino, integrati da tubi per innaffiare che misteriosamente passano da atrofia a turgida estensione, quasi fossero viagrizzati. Al sud, come al nord, i cordoni della borsa pubblicitaria si sono chiusi da tempo: eppure Antenna Sud, Studio 100, TRM e Teletrullo mostrano una vivacità di palinsesto che si potrebbe trovare solo negli archivi delle decadute tv lombarde. Beninteso, se avessero la creanza di metterli online…