“Il fenomeno del cosiddetto “bullismo informatico” non può essere certo contrastato dalla minaccia di sanzioni pecuniarie che non sono mai state comminate né, penso, mai lo saranno. Molto meglio informare ed educare il mondo della scuola all’uso delle nuove tecnologie nel rispetto della dignità delle persone”. Mauro Paissan, componente del Garante privacy, non condivide l’enfasi posta sul rischio-multe nel riferire della direttiva del Ministero dell’Istruzione sull’uso dei videotelefonini a scuola.
“I proclami proibizionisti – afferma Paissan – rischiano di produrre effetti controproducenti. Sulla base della legge, potremmo anche dire che le sanzioni possono arrivare fino a 90 mila euro (tale è in realtà il limite massimo indicato dal Codice privacy). Non faremmo che rendere ancora più eccitante per i minorenni la violazione delle norme. Quel che serve è una campagna di sensibilizzazione sulla tutela dei dati personali nell’uso dei nuovi strumenti tecnologici. Il Garante può dare una mano”.