Padoa-Schioppa: maggiore indipendenza nel CdA Rai

Il consigliere Rai, Sandro Curzi, commenta: il ministro ha ragione, facciamo gli interessi dell’azienda


In un’intervista, questa mattina, a Radio 24-Il sole 24 Ore, l’ormai veterano del consiglio d’amministrazione della Rai, Sandro Curzi, ha commentato le recenti affermazioni del ministro dell’Economia, Tommaso Padoa-Schioppa. Il ministro, nei giorni scorsi, aveva sottolineato l’importanza dell’indipendenza dei consiglieri Rai dal mondo politico e l’esigenza di un’operosità alla quale tutti dovrebbero mirare, per rendere più efficiente il servizio pubblico radiotelevisivo. E’ bene ricordare come il CdA dell’azienda di Stato sia composto da sette consiglieri con nomina parlamentare, uno con nomina governativa e il presidente con necessario assenso da entrambe le parti. Una dipendenza, quindi, tutt’altro che celata, dal mondo politico. Secondo Curzi le linee guida tracciate dal ministro per il riordino dei vertici aziendali, sono dirette nella giusta direzione, soprattutto “di fronte alle importanti scadenze che attendono la Rai: la sistemazione degli orari, la riqualificazione del prodotto, il rinnovo dei quadri dirigenti e la piena utilizzazione delle energie interne a cominciare da coloro che, epurati a suo tempo politicamente, come Carlo Freccero, sono tuttora costretti all’inoperosità”. Continua il dirigente Rai, in merito all’intervento del ministro: “Ciò che emerge con nettezza dalle parole del ministro è un appello all’operosità e soprattutto all’indipendenza del consiglio d’amministrazione nella sua interezza e di ciascun consigliere nella sua piena e individuale responsabilità rispetto agli interessi aziendali”. Sembra, altresì, molto difficile e quasi utopistica l’attuazione di questo progetto del ministro, che Curzi ha affermato di approvare totalmente. In Italia, da che esiste la televisione, la spartizione politica è sempre stata un cardine dell’amministrazione del servizio pubblico, e proprio oggi, con la res pubblica che si gioca sul filo di lana (in Parlamento, come nel resto delle istituzioni), appare poco probabile che il mondo politico rinunci all’influenza su un aspetto così importante dell’odierna società dell’informazione. Continuerà, probabilmente, il gioco delle poltrone e con esso le continue diatribe tra le parti politiche per accaparrarsi il miglior posto dirigenziale. (G.C. per NL)

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