L’operazione annunciata dalla Federazione Internazionale dell’industria musicale mira ai gestori di server che vengono sfruttati per agevolare lo scambio di files musicali, utilizzando piattaforme peer-to-peer, cioè un tipo di network che permette ad un gruppo di persone con lo stesso programma, di connettersi e accedere direttamente alle risorse condivise. Le denunce coinvolgono 17 paesi e, in Italia, 19 delle 26 denunce riguardano utenti Direct Connect, ovvero il programma di file sharing fra i più noti, mentre gli altri sono tutti considerati gestori di server open nap. La denuncia per violazione della legge sul diritto d’autore, può portare alla richiesta di risarcimenti per migliaia di euro. La stessa sorte, a detta di IFPI, ora rischia di colpire tutti coloro che in queste ore sono oggetto di denunce civili e penali, utenti di tutte le più note piattaforme di sharing, comprese BitTorrent, eDonkey, Gnutella, SoulSeek, Limewire e WinMX. “In ciascuno dei 17 paesi coinvolti nelle azioni di oggi” ha affermato Kennedy, CEO di IFPI, “i consumatori hanno a disposizione servizi musicali legali. Non ci sono scuse: la gente deve capire che può essere presa indipendentemente dal tipo di network che utilizza. La prossima volta che una serie di denunce viene annunciata sarai tu che potresti riceverne una, se sei un utente di file sharing illegale”. “I consumatori oggi”, continua Kennedy, “possono ottenere musica legalmente in modi che erano inimmaginabili solo pochi anni fa, con più di 3 milioni di tracce disponibili su 400 siti nel mondo e per le più diverse piattaforme. Ciò nonostante, alcuni continuano a consumare musica illegalmente, rifiutandosi di rispettare il lavoro creativo degli artisti, degli autori e dei produttori di musica”. “L’azione penale non piace a nessuno” ha commentato Enzo Mazza, presidente della Federazione dell’Industria Musicale Italiana, “però oggi, di fronte ad un’offerta legittima sempre più ampia, è necessario colpire con efficacia coloro che offrono musica abusivamente o che ne favoriscono la diffusione con grave danno delle imprese che investono milioni di euro nella musica digitale”. Tuttavia, i sistemi peer-to-peer continuano a crescere: secondo BigChampagne, autorevole rilevatore dei numeri del fenomeno, gli utenti globali collegati simultaneamente a piattaforme P2P nel maggio 2006 sono stati 9,7 milioni, contro gli 8,6 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente: che sia legale o meno, il peer-to-peer è un’attività che piace e, vale la pena di sottolineare che, grazie agli infiniti jukebox arrivati sulla rete e grazie ai sevizi di distribuzione efficienti, gli utenti, spesso quelli che utilizzano il P2P, hanno iniziato a comprare musica online. Comunque, è naturale che le major continueranno senza posa nella propria crociata contro i servizi che agevolano lo scambio di files affinché il mercato legale possa crescere in modo solido. (TL per NL)