Bergamo – Discotequezone, un nome che su Google restituisce 700 risultati, secondo la Guardia di Finanza è la denominazione di un network di file sharing all’interno del quale circolavano moltissimi file musicali pirata. Ma non di sola musica si tratterebbe: si parla anche di film di recentissima programmazione e, per due delle persone coinvolte, di pornografia infantile.
Non che debba sorprendere: “Discotequezone” era un hub DirectConnect, basato cioè su una piattaforma pensata appositamente per far girare tra gli utenti che la usano enormi quantità di materiali digitali. Ed ora Discotequezone è stato “definitivamente smantellato” dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Bergamo, come spiegano proprio le Fiamme Gialle in una nota, in cui annunciano anche di aver proceduto con la denuncia di 7 persone, tutti heavy uploaders, ovvero utenti DirectConnect che ponevano in condivisione un notevole volume di file. Nel complesso si parla di più di cinque terabyte di materiali abusivi.
Altri numeri dell’operazione comprendono il sequestro di due siti Internet, cinque server e sedici personal computer. Ma senz’altro alza più polvere il fatto che siano state elevate sanzioni amministrative per una cifra senza precedenti: 8,5 milioni di euro.
Nei personal computer e nei supporti sequestrati, spiega le Fiamme Gialle, “sono state complessivamente rinvenute circa 110.000 opere detenute e messe in condivisione in violazione della legge 633/41 sul diritto d’autore, per la maggior parte MP3 (particolare formato compresso di file comunemente utilizzato per la riproduzione di brani musicali) ma anche numerosi film di recentissima programmazione illecitamente riprodotti”. Da qui l’erogazione della multa galattica.
Nel comunicato diffuso dalla Guardia di Finanza si sottolinea come la diffusione illegale di “materiale coperto da copyright” costituisce da un lato una grave turbativa del mercato legale e dall’altro “genera mancati introiti all’Erario per milioni di euro all’anno”.
A rendere la situazione ancora più pesante per due dei sette indagati, il ritrovamento di materiale pedopornografico. “Nei loro computer e hard disk – spiega la Guardia di Finanza – sono stati rinvenuti dei veri e propri archivi dove erano stati minuziosamente catalogati centinaia di video e foto illegali”.
L’operazione contro l’hub DC++ si è servita dell’ausilio tecnico di FPM, la Federazione contro la Pirateria Musicale, e ha già incassato gli applausi di FIMI, la federazione dell’industria musicale italiana. “Le forze dell’ordine hanno lanciato sicuramente un forte messaggio deterrente contro soggetti rilevanti, attivi nella filiera illegale della rete; lo dimostra l’ammontare delle sanzioni amministrative: oltre 8 milioni e mezzo di euro – ha infatti dichiarato il Presidente FIMI, Enzo Mazza – In un momento nel quale il mercato digitale è in una fase delicata di sviluppo è necessario colpire senza indugio soprattutto le violazioni massive che provocano ingenti danni”.