Il D.P.C.M. del 05/12/2013, n. 158, recante “Regolamento di organizzazione del Ministero dello sviluppo economico” potrebbe contribuire a risolvere alcuni dei gravissimi problemi connessi al cattivo funzionamenti degli Ispettorati Territoriali.
E, auspicabilmente, a rimuovere i purtroppo sempre più frequenti casi di disparità di trattamento ingenerati da atteggiamenti eterogenei degli Ispettorati territoriali alla presenza della medesima fattispecie. Non può, infatti, essere più tollerata la compressione dei diritti soggettivi e degli interessi legittimi degli operatori radiotelevisivi italiani conseguente a modalità di trattazione, spesso incomprensibili, adottate da talune unità periferiche del MSE-Com che si pongono in aperto contrasto con la gestione delle stesse problematiche da parte di altri organi territoriali. Su queste pagine abbiamo, ad esempio, dato conto della recente questione legata alla controversa procedura tesa all’ampliamento del campo 69 della scheda B ex D.M. Min. PP.TT. del 13/12/1984 dei diffusori radio o delle modalità di conduzione dei rilevamenti per accertare la presenza o meno di interferenze ad impianti RAI compromettenti la qualità del servizio secondo i parametri del Contratto di Servizio tra la concessionaria pubblica e il MSE, oppure alle problematiche concernenti gli effetti di blanking conseguenti alla delocalizzazione di trasmettitori FM in aree ad elevate urbanizzazione. A tentare di omogenizzare l’attività dell’amministrazione territoriale e favorire una più che necessaria sburocratizzazione dell’azione amministrativa, con l’approvazione del D.P.C.M. 158/2013, potrebbe intervenire la nuova D.G.A.T., cioè la Direzione generale per le attivita’ territoriali prevista dall’art. 15, organizzata in Uffici di livello dirigenziale non generale. Tra i principali compiti della D.G.A.T. vi è infatti proprio la “definizione, coordinamento e omogeneizzazione delle procedure di istruttoria, valutazione e rilascio di qualunque titolo abilitativo o autorizzativo, sia di natura tecnica che amministrativa, da parte delle strutture territoriali in materia di comunicazioni, armonizzando altresì i diversi livelli di responsabilità tecnica e amministrativa tra Uffici centrali e strutture territoriali”. La D.G.A.T. favorirà altresì il “coordinamento ed indirizzo, in raccordo con le Direzioni generali competenti per materia, delle attivita’ degli Uffici del Ministero a livello territoriale" e “l’individuazione e definizione, in raccordo con l’Istituto Superiore delle comunicazioni e delle tecnologie dell’informazione, delle procedure e le modalita’ tecniche dei controlli di qualità e di rispondenza alle norme tecniche sui beni e sui servizi a tutela del consumatore da espletarsi a cura degli Uffici centrali e degli Ispettorati territoriali”, fornendo altresì “supporto agli Ispettorati territoriali per tutti gli affari relativi al contenzioso ed ai rapporti con l’Autorità giudiziaria e con l’Avvocatura dello Stato”. La Direzione adotterà poi “atti di indirizzo per assicurare uniformità nelle attivita’ di accertamento demandate agli Ispettorati territoriali e nell’applicazione delle relative sanzioni amministrative”. Stante la palese incapacità di taluni organi territoriali di rapportarsi efficacemente con l’utenza, importante sarà la funzione di “coordinamento e potenziamento degli uffici relazioni con il pubblico (URP) a livello territoriale; j) coordinamento, anche sulla base della normativa regionale, della creazione di sportelli unici per l’utenza”. Insomma, un ruolo più essenziale che delicato in un momento di estrema criticità per il comparto radiotelevisivo che, oltre a dibattersi per far fronte a difficoltà economiche mai viste fino ad ora deve anche combattere con una P.A. lontana anni luce dalle esigenze di quelle imprese che costituiscono la sua stessa ragione di esistere. (M.L. per NL)