"Nei giorni 15 e 16 maggio 2012 sono apparse sugli Organi d’informazione alcune notizie non rispondenti al vero, relative a fatti che coinvolgono buona parte del personale dello scrivente Ispettorato o che si riferiscono a episodi che attengono la sfera dei rapporti organizzativi interni all’Ispettorato medesimo".
Inizia così una lunga lettera del direttore dell’Ispettorato Territoriale dell’Emilia Romagna del Ministero dello Sviluppo Economico – Dipartimento Comunicazioni, Marco Cevenini, trasmessa agli organi di informazione in risposta ad alcuni articoli pubblicati nei giorni scorsi dalla stampa locale sulla produttività dell’ufficio. "E’ stato dato ampio risalto all’intervento di un dipendente dell’Ispettorato Emilia Romagna, più volte contestato o sanzionato dall’Amministrazione nel corso degli anni, anche per aver assunto comportamenti non conformi ai principi di correttezza verso i colleghi. Il personale dell’Ispettorato è stato additato alla Pubblica Opinione con lo sgradevole appellativo di “fannulloni ”, spiega Cevenini nel comunicato stampa. "L’Amministrazione ritiene che quest’appellativo sia falso e da respingere con forza. Se fosse vero, rimarrebbero infatti senza spiegazione sia l’alto standard di qualità lavorativa che viene riconosciuto all’Ispettorato, sia il suo integrale rispetto dei tempi di esecuzione dei procedimenti amministrativi, sia l’assenza di reclami o contestazioni da parte della sua Utenza (composta dai principali network radio televisivi, dagli Operatori di telefonia fissa e mobile, dagli Enti di protezione e sicurezza, dagli Operatori postali o dell’Editoria, dagli Istituti di Ricerca e di Vigilanza, dagli Armatori, dai Radioamatori e da tutti gli Utilizzatori di apparecchiature radio professionali). La Pubblica Amministrazione agisce esclusivamente in conformità alle norme e sulla scorta di documenti, sempre pronta a rendere conto delle proprie scelte e dei suoi atti in ogni sede. Dai dati oggettivi riportati nei grafici allegati si evince che, nel decennio 2002 ÷ 2011, l’Indicatore di Efficacia dell’Ispettorato Emilia – Romagna, che misura la capacità di far fronte alle richieste dell’utenza regionale, ha oscillato sempre attorno al 100%, (allegato 1) nonostante si sia registrata – nello stesso periodo – la progressiva diminuzione (fino al 35%) del personale applicato (allegato 2) e la parallela riduzione delle risorse finanziarie a disposizione. La riduzione delle risorse è stata compensata dal progressivo incremento dell’impegno lavorativo individuale (allegato 3) e dalla disponibilità di una parte del personale ad assumere carichi di lavoro non dovuti e non retribuiti: una forma di “volontariato nelle istituzioni ” che ha cercato di sopperire alle deficienze del sistema pubblico". "Negli ultimi 20 anni sono avvenute radicali trasformazioni normative e tecnologiche nei sistemi di comunicazione elettronica, a fronte delle quali non vi è stata alcuna assunzione di nuovo personale qualificato – continua la nota dell’I.T.E.R. – Tutto l’attuale personale, assunto prima del 1984, ha dovuto procedere all’aggiornamento professionale individuale quasi sempre a proprie spese o comunque con risorse che non hanno gravato sulle finanze pubbliche. L’Amministrazione ringrazia il personale dell’Ispettorato per il suo impegno lavorativo e si augura che le odierne vicende non facciano venir meno la sua volontaria disponibilità, tanto preziosa per l’interesse generale del Paese. L’Amministrazione confida che la Magistratura giudicante faccia chiarezza in tempi brevi sulle vicende giudiziarie che hanno coinvolto una parte considerevole del personale, nella fondata speranza che sia possibile far emergere considerazioni e documenti rimasti finora non valorizzati. Riguardo alle affermazioni del prefato dipendente, è appena il caso di osservare che le stesse potrebbero essere state influenzate dalle sanzioni ricevute negli ultimi anni e quindi potrebbero non essere affatto serene. Ad esempio, il dipendente ha sostenuto di essere stato “lasciato solo” a sostenere lo stesso carico di lavoro che altri colleghi svolgerebbero in tre. Il dipendente non ha precisato che egli è applicato a tempo pieno, mentre gli altri tre colleghi sono applicati a tempo parziale e sostengono altri carichi di lavoro. Si tratta di una “piccola dimenticanza” che distorce la realtà, ma è funzionale alla rappresentazione mediatica che egli intende dare di se stesso, cioè di dipendente perseguitato (dall’Amministrazione e dai colleghi). Non è questa la sede per confutare ogni altra personale rappresentazione diffusa dal dipendente, ma è questa la sede per avvertire che le esternazioni mediatiche del dipendente possono avere effetti destabilizzanti sull’attività lavorativa dell’Ispettorato, a beneficio dei soggetti che violano volentieri le norme di settore", conclude l’ing. Cevenini. (E.G. per NL)