Uno dei punti di forza del governo Berlusconi è quello della digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, un impegno per modernizzare il Paese.
E’ di questi giorni la notizia che è stato approvato il nuovo Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD), grazie all’opera del ministro Brunetta. Entro tre anni la Pubblica Amministrazione sarà digitalizzata. Utopia? Crollo di una tradizione secolare “borbonica” ? Vedremo. Per ora si sa che, entro tre mesi le P.A. utilizzeranno soltanto la Posta Elettronica Certificata (PEC) per le comunicazioni che necessitano di una ricevuta di avvenuta consegna. Ma altre tappe sono previste in questo percorso che svecchia il Paese. Tra le più importanti quella che prevede, entro un anno, che il cittadino fornirà una sola volta i suoi dati alla Pubblica Amministrazione, che dovrà organizzarsi affinché tutti gli enti ne vengano in possesso. E considerato che l’Italia è un Paese in costante emergenza, è interessante notare che entro 15 mesi le P.A. dovranno predisporre dei piani che siano capaci di far continuare le attività dei servizi, in caso di calamità. Un processo, questo della digitalizzazione, che allarga il campo dei diritti del cittadino e quindi della democrazia, ma che comporta anche notevole efficacia e risparmi, specialmente nel campo della giustizia e della sanità. Secondo quanto esposto dal Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione, si stima un risparmio dell’80% dei tempi per le pratiche amministrative e un risparmio del 90% dei costi della carta, pari a 6 milioni di euro l’anno. Ci avviamo verso una Amministrazione, entro due anni, sburocratizzata, ma soprattutto notevolmente meno dispendiosa e sicuramente più efficiente. Una rivoluzione non solo della burocrazia ma anche della mentalità degli italiani, abituati da sempre a tempi biblici, ad incomprensioni burocratiche, a un cattivo rapporto con l’Amministrazione. (A.V. per NL)