La notizia lanciata sabato scorso da questo periodico del prossimo avvio della sperimentazione di un sistema di trasmissione digitale/analogico in FM HD Radio da parte dell’emittente varesina Otto Fm (103,4 MHz), ha destato grandissimo interesse tra gli operatori.
Poiché diverse sono state le richieste giunte in redazione a riguardo di tale tecnologia, riteniamo di fare cosa gradita nel riprendere una approfondita analisi condotta ieri dagli amici di Radio Passioni che, dopo aver accolto la notizia l’hanno approfondita coi diretti interessati.
Massimo Caracciolo, il consulente che per Rete Otto di Varese sta seguendo la speimentazione FMeXtra, non è un grande fan di Eureka 147. «La scelta dei canali su cui operare è apparsa subito discutibile,» dice, «e uno standard sperimentale che impiega quindici anni a decollare, per me non decollerà mai.» Invece, l’idea di uno standard in band è sempre stata più accattivante. Ma quale tra le varie possibilità oggi proposte dal mercato e dagli organismi standardizzatori? Il DRM, oltre a essere di là da venire nella versione FM, non è molto sexy per una stazione commerciale. HD Radio di Ibiquity è robusto e consolidato, soprattutto dà la possibilità di mescolare facilmente vecchi e nuovi segnali, per non perdere gli ascoltatori e avere comunque la possibilità di sperimentare qualcosa di nuovo . Ma ha un’occupazione di banda che richiede le rigide protezioni tra una stazione all’altra osservate negli USA e nelle nazioni civili europee.
Ecco che in questo quadro poco incoraggiante si inserisce una piccola startup americana, Digital Radio Express, poco conosciuta ma con una proposition interessante da fare. «Un sistema digitale che cambia molto poco per chi lo deve trasmettere, un encoder e poco altro, e di cui le normali radio analogiche non si accorgono neppure,» dice Caracciolo. Ma per chi acquista una radio FMeXtra, c’è la possibilità di ascoltare fino a un paio di canali stereo in più o quattro monofonici, con una qualità interessante. FMeXtra, infatti, sfrutta un principio già noto alle stazioni che modulano in FM: quello di inserire il flusso digitale negli spazi di spettro lasciati liberi dalle componenti monofoniche e stereofoniche (i segnali L+R e L-R) e già occupati attualmente dalle informazioni RDS. In America il sistema delle cosiddette sottoportanti (SCA viene attualmente usato da qualche stazioni per diffondere canali audio analogici a bassa qualità, tipicamente la “muzzak” degli ascensori.
«La proposta di FMeXtra mi pare l’unica che possa davvero salvaguardare quello che gli editori radiofonici hanno già. Dalle prove di laboratorio che ho avuto modo di studiare il sistema funziona anche con una modulazione molto bassa della sottoportante, a 35 dB sotto il segnale principale. Anche la resistenza nei confronti delle perturbazioni e interferenze mi sembra buona, così come l’immunità dai disturbi sul proprio segnale analogico.» La qualità in ascolto è buona anche senza particolari preprocessamenti e la decodifica avviene anche in mobilità. L’idea è proprio quella di verificare tutti questi parametri “teorici” attivando la sperimentazione già in questa o nella prossima settimana, sulla storica frequenza di 103,4 MHz, che copre anche qualche area di Milano, una piccola zona del sud del Canton Ticino e la provincia di Varese. Lo stream digitale, secondo Caracciolo, occuperà una sottoportante compresa tra 61 e 98 kHz.
In principio l’approccio basato sulla sottoportante è molto interessante anche per un altro elemento: la possibilità di costruire dei multiplex virtuali subaffittando lo spazio nelle sottoportanti ad altri programmi o editori. Ma a parte la verifica della qualità del sistema on the road, restano due questioni aperte: i ricevitori compatibili e la scarsa notorietà di Digital Radio Express e di un sistema di radiofonia digitale che in tanti anni (DRE ha aperto i battenti alla fine degli anni novanta) non sembra aver conquistato molti spazi. Quest’ultimo punto, osserva Caracciolo, può anche essere considerato un merito. «La loro sembra una politica dei piccoli passi, non quella delle affermazioni roboanti.»Quanto agli apparecchi compatibili, un modello da tavolo esiste già e DRE parla sia di altre radio portatili sia di adattori stile iPod per apparecchi e autoradio analogici. Questo in effetti è un altro vantaggio di un sistema che non richiede particolari accorgimenti a lilvello di radiofrequenza. Così come è possibile realizzare un decoder per l’RDS che campioni il segnale del multiplex stereo prima della demodulazione finale, FMeXtra può essere facilmente estratto e rielaborato a partire dai ricevitori attualmente in commercio.
Sembra quasi troppo bello per essere tutto vero. Perché DRE non è riuscita a emergere più velocemente? Negli Stati Uniti le trasmissioni si contano sulle dita di una mano. L’ottobre scorso – RP ne ha parlato – era stato annunciato un test in Norvegia, con Radio 1 di Oslo. Ma potrebbe essere una precisa strategia da parte di questo outsider tecnologico.
Staremo a vedere: per il momento ci sono tutte le ragioni per seguire da vicino i test di Rete Otto.
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Fermate le macchine. Rete Otto di Varese sta per lanciare in Italia la sperimentazione di FMeXtra, la tecnologia di radio digitale alternativa ad IBOC, che sfrutta il concetto di sottoportante (61-98 kHz) per veicolare fino a 4 canali audio mono, con un minor impatto sui canali analogici adiacenti e una buona protezione delle sottoportanti stereo analogiche del segnale ibrido. La notizia dei test era stata anticipata due giorni fa dalla testata telematica Newsline.
Ho appena parlato con Massimo Caracciolo, che sta seguendo i test FMeXtra per Otto FM e pubblicherò presto una intervista più completa. La sperimentazione potrebbe partire, sui 103.4 MHz, già questa settimana o all’inizio della prossima. FMeXtra è stata sviluppata da Digital Radio Express Inc.