Due annunci paralleli, da parte di Google/YouTube e Netflix, raccontano una medesima realtà: gli OTT sono sempre più pericolosi per la TV tradizionale. O, se vogliamo, guadagnano fette della torta pubblicitaria precedentemente esclusiva dei broadcaster storici. In entrambi i casi, a nostro avviso, si tratta di una questione di contenuti e l’imposizione per legge di una “prominence” potrà far poco per arrestare il fenomeno.
Unskippable ads
Partiamo dall’evento YouTube Bandcast che ha avuto luogo mercoledì 17 maggio 2023 a New York. La società ha lanciato i “30 seconds unskippable ads“: pubblicità che – se viste su un tradizionale TV – OLED, LCD, Plasma o anche…a tubo catodico (“tube“) – non possono essere saltate.
Consolidamento
In realtà a noi sembra che già esistessero, ma certamente ora sono canonizzate, disponendo apparentemente di un listino prezzi specifico.
150 mln di utenti unici
Ma un altro dato fornito durante la presentazione è risultato particolarmente rilevante: 150 milioni di utenti “unici” hanno fruito di contenuti YouTube su TV tradizionale durante il mese di dicembre 2022.
YouTube, prima TV d’America
Il che rende YouTube la prima TV d’America, superando sia gli altri OTT che i network tradizionali, secondo i dati presentati da Nielsen.
Tutto in un unico posto
Un’affermazione da parte di Neal Mohan, CEO di YouTube ci ha particolarmente colpito:
“Gli spettatori, soprattutto quelli più giovani, non fanno più distinzione tra il tipo di contenuto che guardano.
Unico posto
Quando accendono la TV, vogliono tutto ciò che amano in un unico posto: dai loro creatori preferiti, ai film di successo, al calcio. E possono trovare tutto questo su YouTube“.
Algoritmo
L’algoritmo del portale già opera in questo senso: nel caso di chi scrive, come si può vedere qui sopra, le tre prime proposte sono una pubblicità relativa alla IA, un aggiornamento su SpaceX e la diretta dal Festival di Cannes (contenuto dalla tradizionale TV France 2).
Netflix, 5 milioni dal piano ad-supported
Sempre mercoledì, in una “virtual upfront presentation“, Jeremi Gorman di Netflix ha affermato che “Il nascente piano supportato da pubblicità ha quasi cinque milioni di utenti attivi mensili a livello globale, con un’età media di 34 anni, a sei mesi dal lancio: la base di utenti con questo tipo di abbonamento è dunque più che raddoppiata dall’inizio di quest’anno”.
Active Users
L’espressione esatta è stata “5 million global monthly active users“: non esattamente la stessa parola utilizzata da Google (che era “unique“) ma comunque un’importante indicazione.
1080p
Un successo che tra l’altro ha convinto già dal mese di aprile a (quasi) equiparare la qualità del servizio AD a quella fornita agli abbonati tradizionali: niente più limitazione a 720p (ricordate? l’ex “HD Ready“) ma un full HD a 1080p.
Prominence
Il che ci porta al discorso della Prominence, questa orribile espressione recentemente approdata anche in Italia la cui storia ci viene raccontata dalla IA di Perplexity AI.
Vecchia minestra
E il punto è: da quanto afferma YouTube pare insufficiente l’idea di proporre anche tramite le nuove piattaforme la vecchia minestra, i soliti programmi inventati decenni fa.
Content is king
Risulta invece vincente un mix che equipara in dignità i tradizionali programmi della TV lineare a quanto prodotto da singoli “content creators“, da affiancare e vaste librerie di film e contenuti on-demand.
Icona
Se questo è vero, come pare, non sarà l’icona del proprio tradizionale canale TV piazzata per legge in alto a sinistra sulle schermate di acceso degli incolpevoli utenti a cambiare gli equilibri di mercato. (M.H.B. per NL)