Dopo la fumata nera degli scorsi mesi, Elon Musk si è deciso a tornare sulla trattativa con Twitter per l’acquisizione del social, dapprima, provando a contrattare sulla cifra richiesta dalla piattaforma (44 miliardi di dollari), per poi, in un secondo momento, accettare il prezzo fissato. Per il patron di Tesla, infatti, l’operazione in questione ricopre un ruolo più che di rilievo nell’ultimo progetto in cantiere. Musk vuole infatti lanciare un’app che, sullo stile di quella già sperimentata in Cina, racchiuda in sé praticamente ogni aspetto della vita quotidiana. X.com (questo il nome della nuova piattaforma), come WeChat, dovrebbe quindi comprendere applicazioni di vario genere: dai social, ai servizi per la prenotazione di taxi in stile Uber, fino a una rete di pagamenti e finanza. Ma il rischio di una deriva in stile 1984 è dietro l’angolo.
Musk-Twitter
Della vicenda Musk-Twitter sembrava essersi ormai detto tutto e invece, dopo un periodo di incertezza che sembrava ormai destinato a risolversi nel nulla, il patron di Tesla è tornato all’attacco. Nell’aprile di quest’anno l’imprenditore americano aveva presentato un’offerta da 44 miliardi per il social, la trattativa sembrava pronta a compiersi, ma qualcosa era andato storto.
Twitter ha mentito
Musk, infatti, si era tirato indietro sostenendo che Twitter avesse mentito su alcuni aspetti, soprattutto sull’effettiva quantità di spam presente sul social. Questo tira e molla, tra l’altro, non ha fatto certo bene al titolo della piattaforma, che in borsa è stato penalizzato dalla situazione incerta.
Il piano di Musk
Ora, però, Musk torna all’attacco e, dopo aver provato a contrattare sul prezzo, ha ripreso l’offerta originale. Il miliardario è disposto a tutto pur di mettere le mani sul social che cinguetta: primo tassello del progetto futuristico del capo di Tesla.
X.com
L’obiettivo, come annunciato dallo stesso Musk, è quello di creare un’app che accompagni la vita dell’utente in praticamente ogni aspetto. Infatti, X.com dovrebbe contenere tutto: dai social, ai servizi come Uber, fino a una funzione preposta ai pagamenti.
Pessimi esempi
Un prodotto molto simile a WeChat, piattaforma cinese che è, di fatto, l’unico modo per i cittadini di accedere ad alcuni servizi e, al contempo, strumento di controllo del governo. Una somiglianza che spaventa parecchio, visto il clima tutt’altro che democratico e rispettoso delle libertà personali che vige in Cina.
Le dichiarazioni iniziali su X.com
Tra l’altro, visto il paragone, X.com si pone in netto contrasto con i piani originali di Musk, almeno quelli dichiarati. Il patron di Tesla, infatti, agli inizi della vicenda, aveva affermato di voler trasformare il social in una grande piazza pubblica.
Troppa libertà
Un luogo, cioè, dove ognuno potesse esprimere la propria opinione, ovviamente entro i limiti di legge. Il nocciolo della questione, però, è quello a cui questo tipo di posizione apre la porta. Nella fattispecie, la possibilità di condividere qualsiasi tipo di opinione e contenuto anche proveniente da fonti non verificate fino alle vere e proprie fake news.
X.com: Big Brother o spazio libero?
Un concetto di libertà che sicuramente porta con sé delle problematiche non da poco, come visto in occasione delle campagne di disinformazione messe in atto contro i vaccini anti Covid. Ma, con i suoi pregi e difetti, una visione che stride con le nuove dichiarazioni di Musk riguardo a X e al sistema quasi da Big Brother che dovrebbe caratterizzare il nuovo progetto dell’imprenditore statunitense. (A.M. per NL)