Quando solo sei giorni fa titolavamo “CNN+, successo o buco nell’acqua?” non immaginavamo certo che CNN+ avrebbe battuto Quibi nella triste lotta al primato dei peggiori esordi per un servizio SVOD. Creatura di Jeffrey Katzenberg che avrebbe dovuto fornire rapido intrattenimento (in formato orizzontale e verticale grazie a un interessante brevetto), Quibi era stata infatti chiusa a soli 6 mesi dal lancio. Nel caso di CNN+ il cammino e’ durato solo 31 giorni, un record che probabilmente resterà per sempre imbattuto.
CNN-
Cominciamo con sottolineare come il nome “CNN+“, copiato probabilmente da Disney, mal si adatta al servizio proposto, che avrebbe dovuto forse chiamarsi CNN-. Agli abbonati vengono infatti proposti gli show creati ad-hoc, ma non i contenuti dei canali CNN classici (CNN, CNN International e HN), riservati solo a coloro che pagano anche un abbonamento cavo.
Abbonati
Come abbiamo scritto, e come riporta la CNN stessa, a tre settimane dal lancio il numero degli abbonati non risulta inferiore a quanto previsto dal business plan, con circa 150.000 suscriber attivi.
Errore fatale
Ma l’errore fatale del management del network è stato di decidere il lancio del servizio nonostante la società stesse per essere inglobata nel nuovo gruppo Warner Bros. Discovery ed essendo a conoscenza delle forti riserve da parte del futuro CEO, David Zaslav.
Camere stagne
Come è potuto andare avanti un lancio di questa portata a poche settimane da un cambio di proprietà della casa madre ? Semplicemente, spiega CNN, in base alla regolamentazione vigente durante un processo di merger sono vietate le comunicazioni tra i due team dirigenti.
Stop
Impossibile dunque per Zaslav (nuovo CEO) chiedere o imporre lo stop a Jason Kilar (attuale/ex CEO di Warner Media).
Il razionale
Il razionale della chiusura è spiegato da Zaslav come segue: “La decisione è in linea con la strategia direct to consumer di WBD: in un mercato complesso come quello dello streaming, i consumatori vogliono la semplicità de servizi onnicomprensivi, che forniscono una migliore esperienza e più valore rispetto a quelli singoli.”
Acqua calda
E sinceramente ci pare la scoperta dell’acqua calda: gli utenti – se proprio devono pagare per sapere di guerre e pandemie – preferiscono che il costo sia annegato all’interno di un package che comprenda anche Batman e l‘affondamento dell’Express Samina.
Miliardi di debiti
La completezza dell’informazione – si sa – è essenziale. Nell’articolo a commento della vicenda, CNN ha perfidamente inserito un paragrafo di tre righe che recita: “Warner Bros. Discovery ha miliardi di debiti, in gran parte risultato della decisione di combinare le società e i dirigenti sono sotto costante pressione per trovare i 3 miliardi di risparmi promessi a Wall Street come risultato del merger“.
It’s your fault
Come dire, non era la nostra idea a essere sbagliata: il problema sono loro, troppo indebitati.
Nuove opportunità
CNN ha dunque per il momento fallito il passaggio verso il mondo del OTT e resta ancorato al modello “opzione in un package lineare a pagamento”. Eppure il brand era e resta forte. E viene da chiedersi come in passato non sia riuscita imporsi come social di riferimento per il segmento news in tempo reale. Ma forse c’è ancora una speranza.
Musk e Twitter
È di oggi (lunedì 25 aprile) la notizia che il board di Twitter avrebbe accettato la proposta di acquisto della totalità delle azioni sul mercato (outstanding stock) da parte di Elon Musk.
Social Tesla
In altre parole, che il CEO di Tesla diventi proprietario assoluto del social, con l’obiettivo di toglierlo dalla borsa per modificarlo in modo sostanziale. Come non è per ora dato sapere.
Free Speech Absolutist
Subito sono iniziate le reazioni indignate da parte di molti utenti, pronti a lasciare la piattaforma se solo il miliardario – che si definisce assolutista della libertà di parola – procedesse a riammettere Donald Trump, estromesso a vita dal vecchio management.
E ora?
E ora dove andiamo, ha scritto qualcuno sul social. Perché, ahi noi, le alternative a Twitter – per altro di scarso successo – sono per ora tutte “a destra“, sospettate di essere nate proprio per ospitare l’ex presidente degli Stati Uniti. Un’opportunità’ riteniamo per CNN.
Algoritmo
Il software che gestisce il sito – se privato del famoso “algoritmo”, come tutti vorrebbero – non è poi così complesso da scrivere e la nuova CNN potrebbe con un po’ di coraggio provare a giocare il suo nome e proporsi come nuova Twitter. Le credenziali di anti-Trump non le mancano certo. (M.H.B. per NL)