Come tante altre big tech, anche Netflix può contare su una filiale italiana con cui controlla il proprio business nel paese. E come le tante altre (per non dire tutte) società del settore, anche quella di Reed Hastings ha sempre usufruito del ben noto meccanismo dei trasferimenti infra-gruppo. Da quest’anno, però, le cose dovrebbero cambiare, come promesso dall’OTT. Infatti, secondo quanto annunciato, a partire dal 2022, sul bilancio di Netflix services Italy, filiale locale del servizio di streaming, compariranno tutti i ricavi da abbonamenti realizzati nel nostro paese. Resta, però, l’interrogativo sui guadagni provenienti dalla raccolta pubblicitaria che a breve entrerà a far parte del business dello svod.
Cauto entusiasmo
Nel settore OTT sembrerebbe registrarsi un’inversione di tendenza nell’ambito dei bilanci delle filiali dei colossi. Anche se bisognerà aspettare l’anno prossimo per avere dati certi, ci si può concedere ad un cauto entusiasmo dopo gli sviluppi della filiale italiana di Netflix: Netflix services Italy.
Al via i lavori di Netflix services Italy
Il servizio streaming più famoso al mondo, infatti, ha dato il via ai lavori della propria filiale in Italia con il primo di gennaio dell’anno corrente. Fino a qui nulla di nuovo, in effetti. Come Netflix, anche tanti altri giganti del web hanno le proprie sedi locali, ma, la differenza, almeno nelle promesse della società, sta nel futuro della rendicontazione.
Metodi ben noti, ma poco chiari
Già si era parlato dei metodi poco chiari delle big tech in materia di fatturato e bilancio. Da Meta a Google, passando per Spotify (e, fino ad oggi, anche la stessa Netflix), le aziende del settore adottano sistemi che permettono di accreditare gran parte del fatturato alle sedi centrali in Europa.
Olanda e Irlanda
Generalmente gli headquarters sono locati in paesi che garantiscono tassazioni agevolate, come Olanda e Irlanda, che ospitano la stragrande maggioranza delle aziende di questo settore. Non è un caso, dunque, che la capitale irlandese sia considerata una delle nascenti Silicon Valley europee.
Netflix services Italy: unicum del settore OTT
In siffatto contesto, l’annuncio di Netflix è un caso più unico che raro. Stando a quanto affermato dalla società, infatti, d’ora in poi, tutti gli abbonamenti sottoscritti nel nostro paese compariranno sul bilancio della filiale italiana e non su quello della sede olandese.
Netflix services Italy: aprifila?
Addio, dunque, almeno sulla carta, al meccanismo dei trasferimenti infra-gruppo che tanto ha fatto discutere e che tanto è in voga tra le big tech. Come detto, per avere un riscontro sulle dichiarazioni di Netflix bisognerà aspettare il bilancio 2022. Ma, con cauto ottimismo, si può essere soddisfatti, con la speranza che questo OTT sia solo il primo di una lunga lista di colleghi a decidere di invertire la rotta.
Interrogativo finale
Visto, però, l’imminente ingresso dell’advertising sulla piattaforma, è d’obbligo domandarsi se e in che misura il giro d’affari dietro agli investimenti pubblicitari resterà nel nostro paese. Visti i precedenti dei colossi web sopracitati (Netflix compreso), è opportuno attendere dati certi per comprendere la metodologia che la società di Reed Hastings deciderà di utilizzare per la rendicontazione della pubblicità. (A.M. per NL)