La novità riguardante i nuovi piani Netflix con interruzioni pubblicitarie è stata finalmente ufficializzata: dal 3 novembre in Italia sarà disponibile il nuovo abbonamento. Ma la grande news non deve distogliere l’attenzione da un altro importante passo compiuto da poco dalla società di Reed Hastings, ovvero l’ingresso della piattaforma nel sistema Barb, notizia che abbiamo recentemente riportato. A seguito dell’articolo sopracitato, prendiamo in analisi, qui, i dati diffusi dall’equivalente UK della nostrana Auditel, che ha già certificato lo share dello svod sulle 24 ore a una quota dell’8,2%. Questa novità apre scenari inediti non solo per le rilevazioni nel Regno Unito e, ovviamente, nel resto del mondo, ma, connesso a questo aspetto, anche un ribaltamento degli equilibri nel settore della raccolta, visti i dati che ora Netflix può offrire agli investitori.
Comunicato ufficiale
Dopo settimane di speculazioni e ipotesi, è arrivato finalmente l’annuncio ufficiale da parte di Netflix: dal 3 novembre al via in Italia l’abbonamento ad-supported. Come anticipato, il nuovo piano comporterà limitazioni ulteriori rispetto alle interruzioni pubblicitarie.
Confermate le voci
Il prezzo si conferma essere circa la metà di quello dell’abbonamento standard, ma decisamente troppo simile a quello del piano base. Infatti, la novità di casa Netflix costerà 5,49 euro al mese, mentre le due sottoscrizioni menzionate rispettivamente, 12,99 e 7,99. Decisamente poca, dunque, la differenza con l’abbonamento più economico.
Netflix e Barb
Ma le news provenienti dalla società di Reed Hastings non si limitano al lato utente. È notizia recente, da noi già riportata, quella dell’ingresso della piattaforma nel sistema di misurazione Barb.
Netflix vs tv lineare
Gli ascolti dell’OTT sono da ora in diretta competizione con quelli della tv lineare. I risultati non sono certo incoraggianti per gli operatori del settore, visto che Netflix si posiziona al terzo posto nel Regno Unito con l’8,2% di share sulle 24 ore. Meglio solo BBC (com’era prevedibile) e Itv, dietro, invece, Sky (6%).
Oltre confine
La notizia è ovviamente uscita dai confini UK ed è arrivata anche in Italia, dove, facendo qualche paragone, Netflix potrebbe superare anche qui Sky e insidiare il terzo posto nella classifica. Posizione occupata negli ultimi anni dal gruppo Discovery, che nel frattempo continua ad investire sulla tv lineare.
Rilevazioni al servizio della raccolta
Una notizia, quindi, che potrebbe non far dormire sonni tranquilli agli editori del nostro paese (o di qualsiasi altro), soprattutto visto il momento in cui arriva. Non è un caso che le rilevazioni certificate arrivino proprio nel momento in cui Netflix lancia i piani ad-supported.
Competizione più equa?
Certo, c’è chi ha preso questa novità senza particolari preoccupazioni, come Matteo Cardani, general manager marketing di Publitalia. Il dirigente della concessionaria Mediaset, infatti, ha commentato l’ingresso di Netflix nel sistema Barb in modo positivo, sottolineando come questa svolta porterà a una competizione più corretta, con dati certi e non falsati dalla “mitizzazione di certi fenomeni”.
Netflix: il primo passo verso la Total Audience?
Sicuramente, più o meno corretta che sia la competizione, l’entrata di Netflix nel sistema Barb o, in futuro, nelle rilevazioni Auditel, andrebbe a sconvolgere non poco gli equilibri del settore pubblicitario televisivo. Di certo, sarebbe un grande passo verso la vera e genuina Total Audience promossa da Auditel. (A.M. per NL)