OTT. Netflix annuncia l’ingresso nel gaming. Naturale tendenza di presidio di mercati limitrofi o tentativo di recuperare gli utenti persi nel mercato statunitense?

Netflix entra nel gaming

È ufficiale: Netflix fa ingresso nel gaming. Come avevamo anticipato nelle nostre pagine, ancora una volta la società fondata da Reed Hastings fa da pioniere in un settore ancora lontano dagli occhi dei competitor dello SVOD.

Nel gaming nuova categoria di contenuti senza costi aggiuntivi

In una lunga relazione indirizzata agli azionisti, la società ha dichiarato: “Consideriamo il gaming come un’altra nuova categoria di contenuti, come film, animazione e unscripted TV (ad esempio, talk show e docu-serie, ndr). I giochi saranno inclusi nell’abbonamento Netflix degli utenti, senza costi aggiuntivi. Inizialmente, ci concentreremo principalmente sui giochi per dispositivi mobili”.

Giochi basati su serie originali e film originali Netflix

In questa prima fase di espansione nel settore dei giochi, quindi per fruire dei videogiochi non saranno richiesti costi aggiuntivi. Sempre nell’ottica di sbarcare in un terreno “vergine”, l’intento annunciato da Greg Peters, coo e chief product officer di Netflix è quello di “creare giochi basati sulle serie originali e i film originali di Netflix, da affiancare poi a giochi completamente nuovi, e a giochi distribuiti in licenza”. Greg Peters coo Netflix annuncia ingresso nel gaming - OTT. Netflix annuncia l’ingresso nel gaming. Naturale tendenza di presidio di mercati limitrofi o tentativo di recuperare gli utenti persi nel mercato statunitense?

Probabile corsa ai ripari?

Ma la scelta di spostare il proprio business anche nel gaming è naturale conseguenza dell’esigenza di presidio di mercati limitrofi (tendenza tipica degli OTT che, per sopravvivere, devono per forza incessantemente espandersi)? Oppure esprime l’esigenza di differenziare i propri servizi per la forte concorrenza nel settore streaming?

Tendenza tipica

La tendenza è infatti tipica, come dimostra quella degli altri colossi (Discovery e Amazon in primis) che stanno facendo a gara per portarsi a casa i migliori studios cinematografici.

209.2 milioni di abbonati globali e ricavi a 7,34 miliardi

Netflix, sebbene sia rimasta al di fuori di queste maxi operazioni, regge comunque bene la competizione: ha raggiunto 209,2 milioni di abbonati globali (+8,4% sull’anno precedente). Anche i ricavi registrati nel trimestre aprile/giugno 2021, pari a 7,34 miliardi di dollari, sono incrementati del +19,4% rispetto allo stesso trimestre 2020. L’ebit è pari a 1,84 miliardi (+36%), mentre gli utili raggiungono 1,35 miliardi (+88%).

Calo di abbonati negli USA e Canada

Tuttavia, scarsi risultati arrivano dal mercato più importante per la Grande N, vale a dire Stati Uniti e Canada. Qui gli abbonati al servizio di svod sono diminuiti di 400.000 unità nel secondo trimestre, segno che il business potrebbe raggiungere un punto di saturazione a breve termine.

La sfida del gaming per ridurre il tasso di abbandono

L’aggiunta di videogiochi potrebbe quindi essere una strategia per attirare nuovi clienti riducendo il tasso di abbandono.

A quasi un decennio dall’esordio nella creazione degli originals, è tempo di sapere di più su come gli abbonati valutino il gaming

Il gaming, come detto, non diventerà presto un driver indipendente di entrate, ma l’aspettativa è che questo nuovo prodotto funzioni come ha funzionato per il settore dello streaming video on demand.
Nella lettera agli azionisti si legge ancora “Siamo entusiasti come sempre della nostra offerta di film e serie TV e ci aspettiamo una lunga strada fatta di crescita negli investimenti e di tutte le nostre categorie di contenuti esistenti. Dal momento che siamo a quasi un decennio dal nostro esordio nella creazione di programmi originali, pensiamo che sia il momento giusto per saperne di più su come i nostri abbonati valutino i giochi”. (G.S. per NL)

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