Wall street e analisti presi in contropiede: senza nessun segno premonitore, nella notte tra domenica 20 e lunedì 21 novembre 2022 il board di Disney ha “ringraziato” l’ormai ex CEO Bob Chapek e reintegrato a capo della società Bob Iger. Il compito: rimettere a posto i conti della società, presa nella tenaglia tra un business tradizionale profittevole ma in contrazione e uno innovativo che ha creato un buco tale da far nascere l’espressione “balance sheet from hell” (bilancio venuto dall’inferno).
Board
Da quanto racconta Hollywood Reporter, importanti membri del board tra cui il (la) CEO di General Motors Mary Barra avevano già proposto il cambiamento a giugno. Tra le motivazioni della sfiducia, il conflitto con Scarlett Johansson ed altri artisti e il licenziamento del responsabile dell’intrattenimento Rice. Ma sopratutto la politica relativa allo streaming dove Disney ha guadagnato quote di mercato a costo di un (allora solo) preoccupante buco nei conti.
I figli… so‘ pezzi ‘e core
Quando il board di una società decide di sfiduciare un CEO viene in genere seguita una procedura abbastanza standard. A seconda dei casi, è il licenziato a emettere un comunicato, dove generalmente afferma che intende “spend more time with my family“, dedicare più tempo alla propria famiglia.
Bravissimo: sei licenziato
Oppure è l’azienda a fare la prima mossa, ringraziando pubblicamente il malcapitato per “l’ottimo lavoro svolto” e indicando sulla stessa riga del comunicato relativo il nome del successore. Non in questo caso: come ha fatto notare una fonte interna, Chapek non ha neppure avuto il tempo di salutare o di annunciare la decisione di lasciare la posizione.
Quella è la porta
Piuttosto, il board ha inviato la fredda comunicazione “Lei è rimosso dall’incarico e sarà contattato dai nostri avvocati“.
Perdite
Ripercorriamo dunque gli ultimi mesi di Disney+, la piattaforma di cui si era declamata la morte nel trimestre della famosa flessione dello 0.03% del numero di abbonati.
La crescita degli abbonati…
Osserviamo, innanzitutto, questo interessante grafico che mostra la correlazione tra la crescita degli abbonati e la pubblicazione dei titoli di maggior successo. P
Tre servizi
er ben comprenderlo occorre tenere presente che la linea blu, quella che mostra come Disney avrebbe raggiunto o superato Netflix, è composta dalla somma di tre servizi (hulu, ESPN+, Disney+), mentre quella di Netflix da un unico servizio.
Reality Check
Al fine di confrontare mele con mele osserviamo ora un grafico più corretto: tenuto conto dell’ultimo ottimo trimestre, Netflix dovrebbe contare a oggi 224,2 milioni di abbonati, a fronte dei 152,1 milioni di Disney+.
Profitti e perdite
Sarebbe un buon risultato, ma quello che ha danneggiato Chapek è il modo in cui sono stati ottenuti questi abbonati: utilizzando il cash generato dalle altre attività Disney a costo di una perdita impressionante lato OTT: 1,47 miliardi di dollari nell’ultimo trimestre.
Streaming
Silvio Berlusconi ha affermato una volta che le cifre molto grosse o molto piccole si capiscono meglio in lire: ebbene nel solo ultimo quarter il servizio streaming di Disney ha accumulato perdite per 2.768.864.328.442 di lire.
Ooops!
Il che sarebbe forse accettabile: si usa il cosiddetto cash cow delle attività in declino per supportare quelle previste in crescita. Ma osserviamo bene la barra relativa al Q4 2022: i ricavi dell’ultimo trimestre sono in discesa.
Futuro
Inaccettabile per un servizio su cui basare il futuro di Disney.
Creatività (story telling)…
Al suo ritorno, il nuovo CEO Igor ha affermato tra l’altro quanto segue: “Credo fermamente che lo storytelling (raccontare storie) sia il combustibile di questa azienda e deve sempre stare al centro di come operiamo e organizziamo le nostre attività“.
…o navi da crociera
E, in effetti, l’esperienza di Chapek (che ha marcato la sua tenure con l’acquisizione di navi da crociera e la costruzione di attrazioni nei parchi a tema) non sembrava certo quella di chi tiene a far crescere il patrimonio di storie e personaggi della casa creata da Walt e Roy Disney. Ma tutta Disney, incluso dunque lo streaming, ha sempre vissuto proprio di storytelling. E di bilanci in attivo. (M.H.B. per NL)