Marcia indietro per Oath, la controllata di Verizon sotto cui il maggior provider statunitense ha riunito i business di Yahoo e Aol. E la causa sembra risiedere – ancora una volta – nello strapotere di Google e Facebook nel mercato pubblicitario.
È dello scorso dicembre la comunicazione dell’autorità americana assimilabile alla nostra Consob (la Security ed exchange commission) secondo cui il capitale di Oath verrà ridotto dai 4,4 miliardi di dollari (4,1 miliardi di euro) stanziati inizialmente a solo 220 milioni di dollari (177 milioni di euro). Tagli di capitale a cui, purtroppo, seguiranno anche ingenti tagli del personale: si parla di 10.400 unità. Una riduzione drastica dell’avviamento della neonata Oath, dovuto forse in parte all’hackeraggio delle email di Yahoo, scandalo che ha causato un ingente danno di immagine all’azienda, oltre a quello alla privacy degli utenti.
Un’altra possibile causa per la dolorosa decisione potrebbe essere stata una difficile integrazione tra i business di Yahoo, portale web di servizi internet, e Aol, attiva nel campo dei media in formato digitale. Queste difficoltà non hanno consentito ad Oath di essere sufficientemente solida per affrontare un mercato pubblicitario estremamente competitivo, come emerge dalle dichiarazioni della stessa Verizon, riportate dal quotidiano ItaliaOggi: “il business media di Verizon, a marchio Oath, ha registrato un aumento delle pressioni competitive e di mercato nel 2018, che hanno portato a ricavi e utili inferiori alle attese. Si prevede che tali pressioni continueranno e abbiano comportato una perdita di posizionamento sul mercato rispetto ai nostri concorrenti nel settore della pubblicità digitale. Oath ha anche ottenuto benefici inferiori alle attese dall’integrazione delle società di Yahoo Inc. e Aol Inc.”.
In effetti, sebbene il mercato pubblicitario americano sia in una fase di straordinaria espansione (+16%) e valga ben 101 miliardi di dollari (equivalenti a oltre 98 miliardi di euro), le rilevazioni eMarketer mostrano che ben oltre la metà di questo valore è fagocitata da Facebook (20%) e Google (37%). In questo quadro, Oath ha visto la propria fetta diminuire dal 4,1% al 3,3%. Si comprendono facilmente le ragioni della decisione di smantellare velocemente la controllata, vendendo i contenuti di Yahoo (in primis, la parte finance, poi anche alcuni siti di informazione come l’HuffPost) e avocando in Verizon Media Group alcuni dei servizi di Oath. Se con il controllo del 57% del mercato pubblicitario d’oltreoceano Google e Facebook sono in grado di mettere i bastoni tra le ruote ad un colosso come Verizon, non possiamo stupirci e dobbiamo invece preoccuparci delle difficoltà che i piccoli competitor hanno in Italia, dove i due Internet Giants appena citati raggiungono assieme il controllo del 75% del mercato (dati del PoliMi). (P.B. per NL)