Aprile 2022: Netflix perde 200.000 abbonati, pari allo 0,09% del totale. Immediatamente parte un tam-tam globale, una serie interminabile di articoli copia incolla. Alcuni titoli: “Il crollo di Netflix: fuggono gli utenti e arriva la pubblicità“; “Netflix a rischio: milioni di utenti pronti a eliminarlo“.
Crollo di Netflix?
Non si tratta solo di un fenomeno nazionale: “Netflix loses almost a million subscribers – BBC News” (Netflix perde quasi un milione di abbonati); “Why is Netflix losing so many subscribers and what can it do… – The Guardian” (Perché Netflix perde cosi’ tanti clienti e cosa può fare…).
Era solo una puntura d’ape?
Per parte nostra, abituati ad essere data driven, scrivevamo: “Cominciamo col dire che di grande perdita non si tratta. Un calo di 200.000 abbonati su una base di 221.800.000 è pari a -0,09%, decisamente un’inezia”
Regressione (polinomiale)
L’articolo continuava con alcune tabelle e un’estrapolazione basata su una regressione polinomiale dalla quale risultava chiaro come si potesse ipotizzare un fenomeno transitorio. Senza dimenticare poi la capacità di reazione rapida e incisiva delle società californiane.
La riscossa
E, ad ottobre 2022, i numeri pubblicati da Netflix relativi al terzo trimestre ci hanno dato ragione. Dopo due quarter in calo (- 0,09% e -0,44%) ecco arrivare un aumento del 1,1%. Che corrisponde a una crescita di 2,4 milioni di abbonati, dieci volte il numero del “crollo” di marzo (che era di -200.000 abbonati).
Nuova previsione e confronto con Disney+
Proviamo dunque a fare una nuova previsione alla luce dei nuovi dati: notiamo che l’aumento non e’ certo quello del periodo d’oro iniziato nel 2014 e terminato nel 2020. Anzi, la curva tende a volgere al piatto (soprattutto se si estrapola usando una polinomiale di grado 2).
Ma più fasti. Del passato
Questa informazione, prettamente numerica, associata a un’osservazione del mercato, ci porta a prevedere che Netflix difficilmente rivivrà i fasti del passato.
Pubblicità e Giochi
Per porre rimedio, come da noi riportato più volte, la società ha lanciato un piano di abbonamento supportato da pubblicità e da tempo sta testando una linea di business relativa ai giochi online. Oltre a utilizzare sistemi d’intelligenza artificiale per identificare coloro che condividono le password.
Ottimismo
I vertici paiono essere ottimisti. In una dichiarazione rilasciata martedì 18 ottobre 2022 leggiamo che “Dopo un difficile inizio d’anno, crediamo di essere su un percorso di crescita accelerata. La chiave è soddisfare gli utenti. Quando le nostre serie o film raccolgono l’entusiasmo degli abbonati, questi hanno la tendenza a parlarne con gli amici, creando un circolo virtuoso di nuovi clienti“.
Come Apple
In ogni caso pare che Netflix abbia deciso: in futuro non renderà più pubblico il numero dei propri abbonati, preferendo diffondere aggiornamenti sui ricavi. Una strategia già usata da Apple quando – a fronte del previsto calo nelle vendite d’iPhone del 2018 – decise di parlare solo di revenues, e non piu’ di unit-sold.
Netflix vs Disney
Quanto ha influito sul ritmo di crescita di Netflix l’arrivo di Disney+? Un semplice grafico a barre (fonte: Statista) ci pare risponda “poco”.
Non sembra esistere in altre parole una correlazione diretta tra i trimestri di grande aumento di Disney e il rate di crescita della società di Los Gatos.
Un futuro piatto
E, in ogni caso, proiettandosi in avanti pare che tutti gli OTT siano sulla strada di un rallentamento nel ritmo di crescita.
Tante attenzioni a Netflix, ma poco abbiamo letto di un fatto forse più eclatante. Certo, si tratta di numeri di un ordine di grandezza superiore (miliardi rispetto a centinaia di milioni), ma per la prima volta Meta, la società precedentemente conosciuta come Facebook, ha visto contrarsi il numero dei propri utenti.
Contrazione
Il numero riguarda i “monthly active users“, coloro che si sono collegati alla piattaforma almeno una volta nel mese. Non si tratta ovviamente del numero di utenti con un profilo attivo, che include gatti, persone in vita che non hanno interesse a eliminare un servizio gratuito e persone ormai decedute che trovano difficoltà nel portare a termine il complicato procedimento di disabbonamento.
Conclusioni
Ci sentiamo di concludere che mentre il momento dei social network è ormai passato (la crescita di TikTok visto solo come alternativa a Instagram non deve ingannarci), l’industria dello streaming ha ancora davanti anni di crescita, anche se a ritmi moderati. Sempre che riesca a evitare il problema per il quale sono nati i “cord cutters“: gli alti costi di tanti abbonamenti a fronte di troppi contenuti di basso interesse. (M.H.B. per NL)