Nelle scorse settimane alcuni OTT hanno visto i propri titoli perdere di valore nonostante le crescite registrate sugli abbonamenti, segno, tra l’altro, che un maggior numero di utenti paganti non è sinonimo di sicurezza economica, soprattutto quando i risultati sono raggiunti a fronte di enormi spese. È il caso, ad esempio, di Disney e Warner Bros. Discovery, le cui azioni hanno perso, rispettivamente, il 13% e il 7,6%. Il calo in borsa è dovuto, appunto, al maggior peso dato ai bilanci delle società, a discapito dei risultati di pubblico. Corsa ai ripari, dunque, per limitare i danni e tornare competitivi sia a Wall Street, sia sugli schermi, il tutto, però, limitando le spese.
Wall Street cambia focus
Wall Street ha deciso di cambiare la lente attraverso cui filtrare la realtà dei broadcaster (e degli OTT), ma per gli editori non è una buona notizia. Infatti, al netto di crescite di abbonati, espansioni in nuovi mercati e ampliamenti di offerte, la direzione dei bilanci è all’opposto.
Disney e Warner Bros
Ne sanno qualcosa a Burbank, California, sede di due dei più importanti studios al mondo: Disney e Warner Bros. Entrambe le società, infatti, hanno visto scendere il valore delle proprie azioni, nonostante, appunto, un aumento delle sottoscrizioni.
Più utenti, ma meno incassi
Nella fattispecie, Disney ha perso il 13%, mentre per Warner il danno si è limitato al 7,6%. Eppure, come anticipato, entrambi i gruppi hanno beneficiato di maggiori utenti sui rispettivi servizi OTT. Il conglomerato Warner Bros. Discovery, ad esempio, con Discovery+, Hbo e Hbo Max, è passato da 92,1 a 94,9 milioni di abbonati rispetto all’ultimo bilancio parziale del 2022.
Giù anche la raccolta
Allo stesso tempo, però, i ricavi provenienti dalla raccolta pubblicitaria sono calati dell’11%. Il motivo, secondo la società, è da attribuire al difficile ambiente macroeconomico in cui Warner si trova ad operare.
Strategie aggressive
David Zaslav, ceo di WBD, ha dunque annunciato che la compagnia correrà ai ripari con due strategie principali, entrambe decisamente aggressive. Il patron del gruppo ha infatti dichiarato: “Il grande esperimento di creare qualcosa ad ogni costo è finito”. Basta, dunque, con super investimenti votati solo ad allargare la platea di utenti.
Poche spese e più risparmi
D’ora in poi, si può dire, inizia l’era dell’austerity per la compagnia, che, infatti, ha dichiarato anche di voler alzare la soglia dei propri obiettivi di risparmio. Precisamente, Zaslav intende portare il target a 3,5 miliardi, dai 3 di partenza.
Bruciare i tempi
Contestualmente, la società ha deciso di anticipare il lancio del nuovo servizio di streaming combinato. Previsto per l’estate 2023, la novità di casa Warner Bros. Discovery vedrà invece la luce in primavera. Piede sul gas, dunque, sperando di recuperare le perdite e preparandosi alla corsa all’adv.
Più aggressivi sul mercato
Zaslav, infatti, ha dichiarato che l’azienda affronterà aggressivamente il mercato pubblicitario del settore streaming. Macroambiente, è bene ricordarlo, in cui si è palesato da poco un nuovo “predatore”: Netflix, con i suoi piani ad-supported. (A.M. per NL)