Piattaforme OTT audio: BBC Sounds vs Rai Play Sound.
RAI: “Concordiamo sulla continua e frenetica cura del particolare che in un prodotto editoriale non deve mai terminare. E siamo onorati di essere stati messi a confronto con un gigante della produzione audiovisiva mondiale come BBC”.
Tuttavia, “fermo restando il continuo impegno nel migliorare i propri prodotti e pertanto la massima apertura verso le critiche costruttive” RAI desidera replicare “ad alcuni punti indicati”.
Il punto di partenza
RAI reagisce al nostro articolo con cui abbiamo posto a confronto le piattaforme OTT audio BBC Sounds e Rai Play Sound, controbattendo, punto per punto all’analisi del team di esperti che (per conto di NL) ha effettuato l’analisi. Evidenziando quelle che, secondo la concessionaria pubblica, sarebbero “inesattezze”.
Punti di vista che esponiamo, come di consueto, integralmente, pur rimanendo convinti delle nostre generali conclusioni sulla piattaforma Rai Play Sound. La quale, pur rappresentando, probabilmente, l’attuale massima espressione italiana in tal senso da parte di un broadcaster (ma la nostra analisi comparativa proseguirà nei prossimi giorni con un broadcaster francese vs uno italiano), necessita di affinamenti.
Nuove competizioni
Anche perchè, ne siamo certi, il confronto tra gli editori radiofonici nei prossimi mesi si sposterà gradatamente dai contenuti lineari verso l’offerta OTT integrata audio/video. E chi oggi è in posizione arretrata, non è detto che lo rimarrà.
Le ragioni dei contenuti televisivi proposti in audio da Rai Play Sound
Il primo punto che RAI affronta nella replica alle nostre osservazioni, riguarda quella che abbiamo definito una tendenza “ad attingere dalla tv per l’audio”.
“La scelta di Rai Play Sound – ci spiega la concessionaria pubblica – è quella di offrire il meglio della produzione audio della Rai e quindi prodotti proveniente dalla filiera della radio, dei podcast originali e degli audio libri.
Due modalità di fruizione
I prodotti televisivi da voi citati sono offerti da noi in due modalità: in formato “solo audio” per quei contenuti che mantengono un alto valore anche in questa modalità (ad esempio i programmi di Lucarelli o le lezioni di Barbero) e i programmi con audiodescrizione: prodotti unici che permettono anche ai non vedenti di seguire i film, fiction e cartoni animati con una vera e propria audioguida, realizzata da RAI in base alle specifiche del contratto di servizio”.
Podcast o catch-up?
La seconda critica da noi mossa riguardava la provenienza dei contenuti con riproposizione non adattativa, per errata classificazione di podcast a contenuti catch-up.
La differenza la fanno i contenuti declinati per genere
Sul punto, RAI annota che “Rai Play Sound offre i contenuti declinati per genere e non fa distinzione dalla piattaforma da cui nasce l’audio.
Scelta strategica
Questa è una scelta strategica che riteniamo in linea con le aspettative del pubblico.
Tematica, non sorgente è priorità
Per questo, in diverse tematiche è possibile trovare podcast originali, programmi radiofonici o adattamenti di programmi tv dando precedenza alla tematica e non alla sorgente da cui nasce il contenuto. Siamo ormai piuttosto convinti che le persone cercano contenuti”.
Restrittivo l’esame area Kids solo a Barbapapà
Anche sui contenuti Kids, RAI ritiene ingiustificate le nostre critiche (relative alla proposizione del mero audio delle puntate televisive della serie Barbapapà, in luogo di una elaborazione in chiave podcast delle stesse): “Nella categoria Bambini c’è una selezione di 42 titoli, di cui 30 originali e gli altri derivati da programmi radio o tv: ogni titolo ha decine e decine di puntate da ascoltare. La scelta di citare solo Barbapapà appare pertanto restrittiva.
L’immaginario infantile
In ogni caso si ricorda che l’immaginario dei bambini in età prescolare è fatto di personaggi visti in tv, e che la replica per quel target è un valore e non una diminutio.
L’esperienza di Rai Radio Kids
Per i bambini, ascoltare l’audio di un cartone già visto in tv significa “rivederlo” nella propria fantastica mente. Un esperimento simile ma attualizzato è stato fatto un anno fa da Rai Radio Kids che ha mandato in onda l’audio del cartone Bluey.
La magia dell’audio
Abbiamo ricevuto una quantità enorme di messaggi di genitori che ci hanno detto: “grazie a voi, mio figlio ha rivisito il cartone ad occhi chiusi”. E’ la magia dell’audio”.
76 podcast originali su 108 contenuti on demand negli audio documentari
Circa gli audio documentari, secondo il team di analisi di NL “proposti con tanto di effettistica e sonorità televisiva” che li fanno apparire “inadatti ad un uso solo audio”, per RAI, invece, “i numeri parlano chiaro: 76 podcast originali su 108 contenuti totali. La maggior parte sono radio documentari originali o podcast original prodotti negli ultimi due anni dalla messa online di Rai Play Sound”.
Distratti dal Cinema
Anche l‘area Cinema, da noi stigmatizzata per la presenza di un catch-up di programmi delle tre radio RAI, con nessun podcast originale, per RAI denota, da parte nostra, “un po’ di distrazione: la categoria “cinema” offre prodotti editoriali che raccontano il mondo dei film. La categorie “Film da ascoltare” e “Fiction da ascoltare”, invece, contengono oltre un centinaio di titoli che permettono di fruire in audio, in un modo unico, film e fiction con la descrizione in audio di tutte le scene e i contenuti”.
Film e fiction da ascoltare
Stessa posizione relativamente alla sezione “Film e Fiction da ascoltare”, che ad avviso degli analisti di NL “non crea sufficiente engagement”, mentre “avrebbe un senso se fossero delle fiction originali, come infatti fa BBC”. Per RAI, invece, la propria piattaforma “offre molte fiction originali nella sezione podcast original. Ad esempio, “Fausto e Iaio, una storia Italiana” o “Morte di un giallista Bolzanino”.
200 titoli di podcast originali nella sezione Original
Sulla critica che sarebbe opportuno produrre e/o ospitare podcast originali concentrandosi su quelle categorie che per interesse potrebbero catturare l’interesse dell’utenza (come crime, sport, indagini, storia della tv e radio italiana), RAI replica: “La sezione “original” di Rai Play Sound offre oggi più di 200 titoli di podcast original declinati su diverse categorie e offerti agli ascoltatori attraverso sull’home page del portale.
Anche all’esterno se ne sono accorti…
Fortunatamente, all’esterno se ne sono accorti, tanto che sono stati tre i premi vinti dai podcast original di Rai Play Sound all’”Italian Podcast Awards”: per la categoria Documentari è stato assegnato a “Io ero il milanese”, per la categoria “Green”, ha vinto il daily “In Antartide” e per la categoria “Sound design” primo posto per “Antannae”.
Audiolibri
Aggiungiamo infine che, con i suoi 200 audiolibri, Rai Play Sound è il portale italiano con la maggior offerta di libri da ascoltare in modalità gratuita e senza la necessità di registrarsi. L’offerta di audiolibri aumenta ogni mese con classici e titoli della letteratura contemporanea.
La funzione ricerca va bene così
Nemmeno le critiche sulla necessità di perfezionare la funzione di ricerca, sono condivise da RAI: “Quanto descritto come auspicabile è di fatto quanto già implementato e disponibile per gli utenti di Rai Play Sound. Dalla funzionalità “ricerca libera” si può cercare un contenuto (podcast/programma/playslist/singolo audio) per titolo, per parola chiave, per autore/protagonista/lettore, tramite suggerimenti di ricerca. I relativi risultati vengono esposti per titolo (podcast/programmi/playlist) o per singolo contenuto audio (integrali, clip ed extra).
Esplorazione
In alternativa, dalla funzionalità ricerca di tipo “Esplora” si accede a un percorso per genere/tematica. Il pubblico, individuando il suo genere/tematica di interesse, visualizzerà tutti i titoli disponibili che appartengono a quel cluster tematico (A/Z) e ai più popolari del momento tra questi”.
Onorati di essere messi a confronto con un gigante come la BBC, ma…
“In definitiva – conclude la replica RAI – concordiamo sulla continua e frenetica cura del particolare che in un prodotto editoriale non deve mai terminare. E siamo onorati di essere stati messi a confronto con un gigante della produzione audiovisiva mondiale come Bbc. Sulla consapevolezza delle potenzialità e del modello dei podcast crediamo di aver fornito qualche elemento per riconsiderare la nostra posizione”. (M.R. per NL)