La crisi economica, quella attuale e la più grave in arrivo, stanno colpendo il settore dell’intrattenimento imponendo grandi trasformazioni. Un articolo pubblicato il 24 ottobre da Bloomberg fa il punto su alcuni fenomeni in atto e azzarda alcune previsioni per il futuro. Che, in base all’etica del gruppo, non sono mere elucubrazioni di un opinionista, ma informazioni reperite da fonti interne alle aziende stesse.
Bloomberg fa il punto del settore
Il presente è complesso: gli editori faticano a convincere Wall Street che i ricavi dai business in streaming eguaglieranno quelli del modello pay tv (cavo o satellite) ormai arrivato al capolinea.
Fatica
I player di streaming video on demand (SVOD) faticano a imporre nuovi titoli e sempre più spesso cancellano le nuove serie anche dopo pochi episodi. Mentre le sale cinematografiche rincorrono con affanno il pubblico pagante.
Sport…
Le reti pay tradizionali vanno perdendo canali e contenuti: come nel caso di Sky rispetto a Warner, dove quest’ultima, come illustrato da NL, “potrebbe in futuro passare da fornitore di contenuti a concorrente diretto di Sky”.
… ultima spiaggia
Restano gli avvenimenti sportivi, particolarmente adatti alle reti di diffusione satellitare che possono offrire alta qualità 4K e HDR senza per ora i classici problemi degli over the top (OTT).
Costi in aumento…
Ma i costi sono in forte aumento. Mentre conosciamo bene la vicenda della serie A italiana, negli Stati Uniti l’arrivo di Apple e Amazon ha fatto lievitare i costi per diffondere incontri quali quelli della NFL.
… del doppio
Prezzi raddoppiati per la stagione che è iniziata nel 2022.
Non solo calcio
Gli altri sport mostrano tendenze simili. Ma non ci sono alternative: lo sport live è uno dei pochi motivi per cui gli abbonati restano tali e perderlo sarebbe un colpo mortale per le piattaforme tradizionali.
Abbonati in decrescita
Intanto il numero di abbonati non fa che scendere, ridotto negli USA dagli 81 milioni del 2018 ai 63 milioni attuali, rendendo sempre più a rischio i conti degli operatori stretti in una tenaglia infernale.
Troppi streamer
Lato OTT, regno incontrastato di Netflix fino a pochi anni fa, il numero degli attori è in continuo aumento. Si contendono il mercato le offerte di Paramount, NBC Universal, Warner Bros, HBO+/Discovery, Hulu, e innumerevoli altri.
Consolidamento
Inevitabile, secondo Bloomberg, un consolidamento; anche in considerazione dell’impossibilita’ per le famiglie di abbonarsi a troppi servizi, cosa che renderebbe il processo di cord cutting totalmente inutile.
Cross-domain
Le sole società ritenute in grado di procedere ad acquisizioni dovrebbero essere le tre maggiori, Netflix, Disney e Amazon. Ma queste potrebbero preferire una strategia cross-domain.
Chi compra chi?
Ad esempio Netflix potrebbe preferire acquisire una piattaforma primaria di gaming per consolidarsi su un segmento che ritiene chiave per il proprio futuro e dove ha già fatto operazioni analoghe.
Gaming in pista
Oppure, come osserva Bloomberg, “a gaming company could buy a TV company“, potrebbe essere proprio un attore del settore dei giochi – Sony, Tencent, Epic – a decidere di crescere come OTT.
Unreal engine
La logica sottostante è semplice. Motori grafici quali l’Unreal engine permettono di utilizzare gli stessi strumenti e modelli digitali per la creazione di film e dei videogiochi associati.
The Matrix
Come nel caso del recente The Matrix Resurrections e dell’associato The Matrix Awakens, descritto da Sony come un’esperienza dove Keanu Reeves e Carrie-Anne Moss riprendono i loro ruoli di Neo e Trinity in un mix di reale e simulato.
Ibrido film/gioco
Ha dunque senso che uno stesso progetto narrativo venga declinato in un “film” e in un “gioco” da parte dello stesso soggetto.
Sale Cinematografiche
In tutto questo le sale cinematografiche rischiano di restare isolate.
Tutto in casa
Commentando gli ottimi risultati dell’ultimo trimestre, il co-ceo di Netflx Ted Sarandos ha affermato di essere nel business di creare intrattenimento “per i clienti di Netflix tramite la piattaforma Netflix“.
L’eccezione conferma la regola
L’unica eccezione, il sequel del film Knives Out, resterà comunque a disposizione delle sale cinematografiche per una sola settimana, dal 23 al 29 novembre.
Una settimana per capire
Ma a ben leggere il comunicato relativo lo stesso film “debutterà su Netflix il 23 novembre”: una sola settimana e nessuna esclusiva. Tempi duri per chi non è veramente un “grande schermo”. (M.H.B. per NL)