Sorge il dubbio che l’Osce, l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, sia davvero di sinistra. Ci aspettiamo che un commento del genere arrivi, nelle prossime ore, da qualcuno dei rappresentanti della maggioranza di Governo, che sta spingendo in queste ore per l’approvazione alla Camera del ddl sulle intercettazioni.
Ad onor del vero, all’interno della maggioranza stessa vi sono vistose spaccature rispetto alla possibilità di apportare quelle modifiche che da più parti vengono invocate: i berlusconiani ed il Presidente del Consiglio in testa non vogliono saperne di modificare una virgola, Bossi si dichiara, a parole, possibilista circa alcune modifiche, mentre Fini e i finiani, ormai in rotta di collisione con la maggioranza, spingono per una revisione. Tutto questo mentre l’opposizione e il mondo dell’informazione al quasi completo lottano all’arma bianca (sia mai che questo ddl serva all’opposizione per svegliarsi dal letargo). Intanto l’Osce, per bocca di Dunja Mijatovic, responsabile per la libertà sui media, ha espresso il proprio disappunto, con un monito perché il Parlamento italiano modifichi il testo del ddl. In particolare, secondo la Mijatovic, sarebbero tre i punti problematici da emendare: le restrizioni circa la pubblicazione di intercettazioni prima dell’inizio del processo, la severità delle pene pecuniarie e detentive previste per i giornalisti e il rischio di andare in prigione per chiunque non sia un giornalista professionista (quindi anche per i giornalisti pubblicisti) e filmi una persona senza la sua approvazione preventiva. Così la Mijatovic: "Sono preoccupata che il Senato abbia approvato una legge che potrebbe seriamente ostacolare il giornalismo investigativo in Italia. I giornalisti devono essere liberi di riferire su tutti i casi di pubblico interesse e devono poter scegliere come condurre una indagine responsabile". Sconcertanti le dichiarazioni pervenute, in replica, da parte del deputato del Pdl, Osvaldo Napoli: "L’Osce – ha dichiarato – in quanto tale non ha espresso nessun voto né adottato decisioni di alcun genere perché è un club costoso e raffinato, ma sostanzialmente inutile. L’opposizione è alla canna del gas se pensa che un’opinione, autorevole quanto si vuole, possa decidere il destino di una legge che è nella disponibilità esclusiva del Parlamento italiano, cioè dei rappresentanti della volontà popolare. Denigrare il proprio Paese e il proprio Parlamento appoggiandosi sulle dichiarazioni di una privata cittadina della Bosnia-Erzegovina dice a qual punto è arrivato il degrado morale della sinistra italiana". (L.B. per NL)