Più della crisi, c’ammazzano le smentite della fine della stessa. Francamente non se ne può più di riprese e/o acquoline di risvegli di mercato immediatamente seguiti da riflussi nello stagno.
E pensare che il 2014 radiotelevisivo era partito bene per la tv e ancor meglio per la radio. Tanto che, pur con l’incrocio di tutte le dita disponibili, i più cominciavano a parlare del peggio alle spalle, con ordini di beni e servizi e telefoni che ricominciavano a squillare. Poi il contrordine; l’amata classe politica ci aveva messo del suo, ricominciando a proporre quel poco che sa fare molto bene: litigare, caricare di tributi un popolo oltre lo stremo e rafforzare la convinzione internazionale della nostra inaffidabilità. Il resto è venuto da sé, con mercati andati immediatamente in zona negativa. In attesa del prossimo “go”.