La dichiarazione di indipendenza del Kosovo – se andate sulla home page dell’ente pubblico radiotelevisivo kosovaro trovate la cronaca della storica giornata parlamentare.) chiude una fase mediatica di cui sarebbe interessante approfondire la storia. Una fase iniziata con la devastazioni alle infrastrutture televisive dell’ex territorio serbo causate dai bombardamenti NATO e caratterizzata in seguito da un duplice intervento, quello del governo provvisorio delle Nazioni Unite, UNMIK, e dall’organismo internazionale OSCE che non ha precedenti nel mondo. Le due organizzazioni sono intervenute come in una delicata operazione di trapianto genico, con il preciso obiettivo di rivoltare come un guanto il tradizionale modello in cui radio e televisione sono utilizzate come arma propagandistica per esacerbare le divisioni etnico-culturali. Dopo le distruzioni, che nel 1999 avevano provocato forti danni al potente trasmettitore in onde medie di Pristina (1413 kHz, spento da allora), il Kosovo si è trasformato in un laboratorio di autentica par condicio mediatica. Le nuove stazioni private e l’ente pubblico nato dalle macerie di Radio Pristina hanno ricevuto sostegni finanziari nel segno del rispetto di ferree regole a favore della programmazione multilinguistica. L’attuale RTK trasmette in albanese, serbo, bosniaco, turco e roma. Nel corso degli anni, le stazioni troppo sbilanciate a favore di questo o quel gruppo si sono viste revocare la licenza dalla Independent Media Commission, istituita nel 2006 dopo una authority temporanea. Un documento OSCE di grande interesse, Local electronic media in Kosovo può essere un primo abbozzo di una storia che qualcuno dovrebbe scrivere.
Dopo il bombardamento di Radio Pristina UNMIK commissionò alla fondazione elvetica Hirondelle la creazione di una stazione che diventò in seguito il secondo programma di RTK, la radio per i giovani Blue Sky. Radio Pristina che Milosevic aveva utilizzato per un decennio per attaccare e svilire la popolazione di etnia albanese, fu riattivata con l’intervento dell’EBU e trasformata in Radio Kosova, primo programma di RTK. I due programmi, tra parentesi, non sono i più popolari. La stazione privata Radio Dukagjni era fino a due anni in testa alla classifica.
E’ possibile ascoltare il Kosovo qui da noi? Secondo EMWG le frequenze attive in onde medie nella regione sarebbero quattro. I 549 sono “listati” con la potenza più consistente, 100 kW, ma il canale è piuttosto affollato. Forse il nostro versante adriatico è più favorito come area di ricezione. Le altre frequenze, 1179 (Kacanik), 1377 (la ex Radio Prizren della regione a maggioranza albanese) e 1584 (Urosevac) kHz, sempre presumendo che siano veramente accese in un’area dove il grosso dell’infrastruttura radiofonica opera in FM, sembrano più problematiche.